Fino alle ore 19 di lunedì 5 giugno Osvaldo De Paolini, 73 anni, Vicedirettore vicario del Messaggero, plenipotenziario per l’economia, era al suo posto di lavoro. Con la consueta alacrità, la solita concentrazione. Senza tradire nervosismo o turbamenti. Poi, ha lasciato il giornale, per sbrigare alcune incombenze. A via del Tritone non è più tornato. 

Alle 23,30 sulle pagine in lavorazione, sopra la gerenza, molti hanno notato sei righe intitolate “Comunicato dell’Editore”: “L’Editore informa di aver ricevuto le dimissioni del dott. Osvaldo De Paolini, Vice Direttore Vicario del Messaggero, con effetto 6 giugno 2023”. Brivido di gelo.

cambi veloci

L’editore del Messaggero Francesco Gaetano Caltagirone ha abituato al cambio dei vertici dei suoi giornali in un batter d’occhio. E stavolta, con De Paolini, la velocità si abbina al mistero. Cosa è successo? Di sicuro è venuta meno la fiducia dell’Editore nel suo Vice Direttore Vicario. 

Mettiamo assieme i fatti. De Paolini, nome di rilievo nel giornalismo italiano, accusato agli inizi degli anni ’90 di relazioni troppo strette con la concessionaria di borsa Lombardfin, arriva al Messaggero nel 2012. E’ già stato caporedattore centrale del Sole 24 Ore, condirettore di Mondo Economico, direttore di Gente Money, vicedirettore del Giornale, direttore di Finanza & Mercati e direttore di MF Milano Finanza. Al Messaggero è l’uomo che si occupa di economia, finanza, affari, prima con Cusenza, poi con Massimo Martinelli. De Paolini avrebbe potuto anche diventare direttore quando Cusenza va via, ma resta al suo posto e continua a supervisionare le pagine dell’economia, guidate da Christian Martino (ex Sole, come lui) e l’inserto Molto Economia. Lavora tanto, mantiene un’ampia gamma di relazioni, in particolare nel mondo bancario milanese, gestisce informazioni di prima mano, con accortezza. Conduce sul Messaggero l’aspra battaglia di Caltagirone per la conquista del Consiglio di amministrazione delle Assicurazioni Generali, campagna che non arriva a buon fine e si conclude nell’aprile 2022. 

pagine visionate

Tutto procede fino alla fine dell’anno, quando il servizio Economia comincia ad essere messo sotto attenzione. Il direttore Martinelli convoca tutta la redazione e rivolge forti critiche sulla gestione quotidiana. Nelle riunioni del mattino frequenti sono gli attacchi al servizio, governato dal Vice Direttore Vicario De Paolini. Le pagine economiche vengono visionate dall’editore ogni giorno a metà pomeriggio.

Negli ultimi tempi, durante i cambiamenti ai vertici degli enti economici operati dal governo Meloni, Il Messaggero sceglie la linea della sobrietà. Nessun toto-nomine o indiscrezioni, solo nomi e cognomi, quando diventano ufficiali. 

Poi, si arriva a domenica 4 giugno. Esce in prima pagina e nelle pagine di economia e sul sito (sabato alle 23,56, aggiornato domenica alle 13,26) un ampio pezzo di De Paolini, “Pirelli, l’ombra di Pechino: gestione italiana a rischio. Il governo valuta il Golden Power”. Si parla del gruppo Pirelli guidato da Marco Tronchetti Provera con la sua Camfin, controllato assieme al gruppo di Stato cinese Sinochem. Si parla della richiesta di Pechino di aumentare il controllo politico e sui quadri dirigenziali. De Paolini aggiunge che il caso Pirelli non è isolato e che molti governi europei sono già intervenuti per tutelare gli asset nazionali e frenare la strategia espansionistica cinese. Notizie riservate, documenti, dettagli. Uno scoop, a tutti gli effetti. 

pezzo anti-Cina

Meno di 48 ore dopo la pubblicazione del pezzo, De Paolini è fuori dal Messaggero. Non viene licenziato, si dimette ed è l’Editore a comunicarlo. La versione che viene fatta filtrare attribuisce la causa della fine del rapporto proprio al pezzo anti Cina. Ci sarebbero state proteste ufficiali del gigante asiatico (il Gruppo Caltagirone ha interessi sul territorio) e di conseguenza sarebbe stato offerto in cambio lo scalpo di De Paolini. Su questo racconto pesano alcuni dubbi: un pezzo del genere deve essere stato letto dal direttore e -secondo le ultime regole in vigore al giornale- anche dall’Editore. Quindi, se nessuno si fosse reso conto del peso dell’articolo, le responsabilità andrebbero almeno condivise.

Lunedì 6 giugno Tronchetti Provera è stato ascoltato dal Comitato governativo per il Golden Power proprio sulla questione dei rapporti con la Cina. Il Comitato si occupa delle società strategiche per il Paese. De Paolini aveva quindi fatto un lavoro giornalistico, anticipando un tema di grande interesse anche per il governo del Paese. Ma la fiducia dell’Editore era già venuta meno da qualche tempo.

Professione Reporter

(nella foto, Osvaldo De Paolini)

1 commento

  1. Il trattamento, come leggo, non è stato diverso da quello molto spesso adoperato per altri lavoratori in generale di altre tipologie di aziende. Come si legge il gruppo Caltagirone, che è l’editore del Messaggero, annuncia di ieri di aver ricevuto le dimissioni di Osvaldo De Paolini, vicedirettore del giornale: io ci credo poco.

    Certo l’articolo che non doveva pubblicare avrà pesato, ma al di là di come siano state presentate queste dimissioni, De Paolini quale dichiarazione ufficiale ha fatto? Nessuna. Penso che sia inutile dire che se almeno non si dibattono, questi metodi di licenziamenti mascherati non solo saranno sempre privilegiati dagli imprenditori ma diventeranno sempre più ordinari, al di là che oggi come dire l’interlocutore di riferimento è la Cina.

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