Mamme e bambini al centro dell’attenzione, nella settimana dal 30 aprile al 6 maggio, sui quotidiani italiani. Si concentra in particolare su questo la rassegna stampa di GiULiA, l’associazione di donne giornaliste che si occupa di informazione. Come e quanto si parla di donne? E quante sono le donne a scrivere del mondo? I giornali esaminati sono Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Giornale, Libero, Il Messaggero, Avvenire, Domani, Il Fatto quotidiano, Il Sole 24 ore, Il Manifesto, La Verità, Qn, La Gazzetta dello Sport, Tuttosport. La rassegna è curata da Barbara Consarino, con Caterina Caparello, Gegia Celotti, Laura Fasano, Paola Rizzi, Luisella Seveso, Maria Luisa Villa.

quattro casi

Sui quotidiani della settimana c’è Ismael che ha pochi mesi ed era in mare con la mamma per raggiungere l’Italia. La mamma è annegata, lui, dopo essere finito sulle prime pagine dei giornali, è stato affidato alla pediatra di Lampedusa. I giornali si occupano anche della neonata trovata morta sulla sponda di un cassonetto della Caritas a Milano, quarto caso di abbandono di bimbi in Lombardia in 18 giorni. Negli altri tre casi le mamme hanno scelto di lasciare i figli nelle “Culle per la vita” o in ospedale. Su Avvenire, Marina Corradi pone la stessa domanda: “Proprio nessuno in questa Milano l’aveva vista quella madre al nono mese? Che città è questa, brillante, costosa, ricca, e poi tanto distratta, assente?”. La storia perde di interesse nel momento in cui l’autopsia dice che probabilmente la bambina è nata morta. Un’altra neonata viene ritrovata nella Culla per la vita della Croce rossa di Bergamo. Accanto a lei un biglietto: “Vi affido un pezzo del mio cuore, le auguro tutto il bene e la felicità del mondo”. Nello scritto si fa anche riferimento al fatto che la donna ha portato avanti la gravidanza nella più completa solitudine e da sola avrebbe partorito. Come era già successo con il bambino Enea, lasciato nella culletta della Mangiagalli a Milano, tre settimane fa, nessuno si è preoccupato di proteggere la privacy della mamma, divulgandone senza remore il messaggio. 

culle vuote

La maternità resta un problema centrale, trattato da quasi tutti i quotidiani, con taglio diverso e spesso collegato al lavoro. Domani dedica alle culle vuote un’inchiesta a puntate, a firma di Eleonora Voltolina: un’analisi approfondita dei fattori che portano l’Italia a essere il terzultimo paese per natalità in Europa. A parte la legittima scelta di non avere figli, chi li desidera ne vorrebbe invece almeno due. La realtà è molto diversa e i motivi sono noti: infertilità, concepimento tardivo, scarsa conoscenza da parte dei giovani dei problemi legati alle gravidanze, cultura patriarcale dei maschi che li rende ancora padri a tempo limitato e scarso sostegno ai padri che vorrebbero condividere la genitorialità, problemi di scelta per le donne senza lavoro e autonomia finanziaria, scarso sostegno alle lavoratrici madri, mancanza di servizi, bonus e sgravi fiscali.  Due numeri diffusi da Confcommercio: al Sud lavora meno di una donna su tre e il tasso di occupazione generale è del 28,9 contro il 52 del Nord. Quanto alle donne in Italia lavora il 43,6 per cento contro una media europea del 54,1: ”Un gap molto più ampio rispetto a quello degli uomini: 60,3 in Italia 64,7 in Europa”. La politica può fare la differenza, come in Francia. Ma non lo fa. 

firme femminili

Per completare il quadro il Sole 24ore fa il punto sul progetto degli asili nido all’interno del Pnrr. Un filone molto delicato sul piano politico quello dei 2.390 tra nidi e scuole d’infanzia (solo a Milano ne mancherebbero 3.800 nei nidi, scrive Avvenire) che dovrebbero garantire 264mila posti in oltre 2 mila comuni con un finanziamento di 4,6 miliardi. A Palazzo Chigi, si legge sul giornale di Confindustria, sono quasi certi che gli enti locali non riusciranno ad aggiudicare il 100 per cento dei lavori entro fine giugno, come da cronoprogramma. Due le alternative: ridimensionamento del progetto o un rinvio del termine a fine settembre. 

Dal 30 aprile al 6 maggio le firme in prima pagina sui quotidiani esaminati sono 812 di uomini e 247 di donne; editoriali, commenti e analisi: 150 maschili e 27 femminili; 194 interviste a uomini, 65 a donne. Sono sempre pochissimi i commenti femminili. Un po’ meglio le interviste, rispetto ad aprile, passate da 58 a 65. Il Corriere della Sera conversa con Luciana Castellina mercoledì e sabato piazza il colpo con due pagine di colloquio fra Aldo Cazzullo e Michela Murgia, che racconta di avere un tumore e pochi mesi di vita. La scrittrice si sposerà. Per amore, puntualizza lei, ma pure per avere un regista della sua cerimonia degli addii. Tante riflessioni sulla vita e sulla morte, sulla malattia, sulla famiglia. E una lezione di lucidità e coraggio. Murgia conclude con la politica: “Spero di non morire finché la Meloni è premier”. Meloni risponde via social con tutta la sua solidarietà: “Spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più presidente del consiglio come auspica perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro per molto tempo”. 

in tenda all’università 

La città di Milano è presente sulle cronache con due temi: la scarsa sicurezza, soprattutto per le donne e vicino alla stazione Centrale, con due episodi di violenza sessuale e il caro affitti. Sulla soluzione del primo problema -scrive GiULiA- le posizioni sono abbastanza confuse, i giornali amplificano la richiesta di più polizia. Anche il sindaco Giuseppe Sala allarga le braccia, attaccato dai giornali di centrodestra, che gli imputano pure la gestione dell’ordine pubblico.

Sugli affitti, finisce in prima pagina sul Corriere e poi ripresa dagli altri giornali la foto di Ilaria Lamera, 23 anni, studentessa del Politecnico del capoluogo lombardo. La futura ingegnera, di Alzano Lombardo, nella Bergamasca, si è accampata con una tenda davanti alla sua università per protestare contro i prezzi delle case a Milano. Da pendolare sarebbe costretta a trascorrere quattro ore al giorno in treno, racconta al Qn e al Corriere. Per ora ha trovato una stanza provvisoria a 600 euro al mese, poi dovrà rimettersi a cercare. La giovane donna incassa la solidarietà soprattutto da sinistra con il Pd Maiorino che ricorda le migliaia di case sfitte in città, Elly Schlein e il sindaco Sala. Soluzioni non ne arrivano, ma tanti consigli sì. Li raccoglie Umberto Folena, nella rubrica “Press party” su Avvenire. Libero, in tono materno, con Simona Bertuzzi. ”Hai ragione Ilaria, ma non dormire per strada”. Lorenzo Mottola la butta in politica. “Quando governa il Pd finisce così”. Massimo Gramellini sul Corriere dice che Ilaria vuol sfuggire al pendolarismo, Mattia Feltri sulla Stampa rievoca i fasti della sua vita da studente fra Bergamo e Milano con partite a carte fra compagni di viaggio. Forse, aggiunge GiULiA, Feltri dovrebbe farsi raccontare qualcosa dal Comitato pendolari su quella linea, e Alzano non è Bergamo.

attiva su tiktok

Morte di una giovane donna bengalese, Sharmin Sultana, mamma di due bambini, volata giù dal balcone l’8 marzo a Sestri Ponente. Prima ipotesi suicidio, ma i parenti di lei, che stanno in Nord Europa non ci credono. Saltano fuori frequenti liti con il marito, di 20 anni più vecchio, che lavora nei cantieri navali di Sestri, per l’attivismo di lei su Tik Tok. Indagini in corso, ma comunque sia andata restano struggenti le immagini di lei, poco più che ragazzina, mentre balla in casa, spesso in compagnia dei suoi figli.

L’altra notizia è quella di Martina Rossi, la ragazza morta nel 2018 cadendo dal balcone in un hotel a Maiorca in un tentativo di fuga da una violenza sessuale ad opera di due ragazzi italiani, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, che stanno scontando tre anni in semilibertà e finora non hanno mai pagato le spese processuali, né mostrato segni di pentimento. La novità è che altri due ragazzi che li hanno coperti se la sono cavata con 6 mesi di volontariato, 1.500 euro di multa e scuse formali ai genitori della vittima.  

cultura patriarcale

Ancora, tre vicende giunte a un primo epilogo giudiziario: l’ex agente immobiliare milanese accusato di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni ai danni di una donna abusata davanti alla figlia, è stato condannato a 4 anni. E’ arrivata, sempre nel capoluogo lombardo, la prima sentenza per le violenze di gruppo in piazza del Duomo, mente si festeggiava l’inizio del 2022: uno dei giovani è stato condannato a 5 anni e 10 mesi. A ciò si aggiunge una storia di Bologna, dove una ragazza aggredita in autobus grida tutta la sua rabbia perché il presunto responsabile è stato subito rimesso in libertà. 

“Questa violenza – dice – è figlia della cultura patriarcale.” 

Si parla ancora di armocromia, dopo la risposta della segretaria Pd al giornalista di Vogue, Federico Chiara, che la intervistava. Schlein ha spiegato di essersi affidata ad una armocromista, che sceglie per lei i colori e gli abiti. Gran dibattito e insulti contro la segretaria. Tira le somme sul suo blog Appunti, Stefano Feltri, che ha lasciato da poco la direzione di Domani: ”La prima ipotesi di partenza contestabile è che chi si vuole occupare di diseguaglianze e povertà debba essere povero o comunque sembrarlo, dunque che la colpa di Schlein sia stata violare questa ipocrisia minima condivisa a sinistra… dunque devi sembrare di sinistra perché altrimenti nessuno crederà che tu lo sia, perché nello stesso mondo della sinistra c’è una presunzione di ipocrisia… l’altra cosa interessante che ci ha insegnato il dibattito sull’armocromia è che Elly Schlein può parlare di politica estera, di finanza o di diritti finché vuole, ma basta una riga sui vestiti e subito il suo personaggio viene rimesso nel posto che la società (patriarcale) le ha assegnato”. 

(nella foto, Michela Murgia, che è stata intervistata da Aldo Cazzullo)

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