Nell’epoca della destra al governo alcuni organismi culturali pescano al Foglio per le nomine dei dirigenti. Prima Alessandro Giuli al Maxxi di Roma, poi Annalena Benini al Salone del libro di Torino. Non c’è un nesso diretto, essendo la linea del Foglio liberale e poco tenera col governo Meloni, ma il caso vuole così.

Alessandro Giuli, a fine novembre 2022 è stato nominato dal ministro della Cultura Sangiuliano a presiedere il Museo Maxxi di Roma al posto di Giovanna Melandri, esponente Pd, che era stata presidente dal 2012 al 2022. Giuli è diventato professionista al Foglio nel 2004, poi è diventato vicedirettore nel 2008 e condirettore fino al 2017, con Giuliano Ferrara e con Claudio Cerasa.

braccio di ferro

Annalena Benini è stata nominata direttrice del Salone del libro di Torino per tre anni dal 2024. La decisione sul suo nome è giunta dopo un lungo braccio di ferro tra i soggetti pubblici e privati che organizzano la rassegna. Lo hanno annunciato congiuntamente Alberto Cirio, Forza Italia, presidente della Regione Piemonte, Stefano Lo Russo (Pd), sindaco di Torino e Silvio Viale, presidente dell’Associazione Torino Città del Libro. Il ministro della Cultura, Sangiuliano, ha dichiarato: “Annalena Benini è un’ottima scelta, una persona colta e di valore, che saprà certamente fare bene. Il Ministero non fa parte della governance del Salone, ma posso dire che questa scelta mi trova concorde”.

Benini prenderà il posto di Nicola Lagioia e scrive sul Foglio dal 2021. E’ sposata con Mattia Feltri, direttore dell’Huffington Post.

“gentile signora”

Nel settembre 2017 il suocero, Vittorio Feltri la fece oggetto di un feroce attacco. Benini aveva criticato Libero dove erano stati pubblicati i verbali sulla violenza subita da una ragazza polacca a Rimini. Lo aveva fatto sul Foglio e sulla sua rubrica su Grazia (“Vuoi star zitta per favore”). Feltri scrisse che Libero era stato “molestato”: “La gentile signora se ne fotte del diritto di cronaca e pensa che le pessime vicende della vita vadano occultate per non infastidire con la crudezza degli avvenimenti gli umori delle famiglie progressiste, le quali preferiscono pensare che gli stupri avvengano sì, ma con garbo, in modo da tranquillizzare i tifosi dell’accoglienza tout court. Benini rimprovera i siti internet e i ‘cartacei’ che hanno indugiato nel copiare i verbali degli interrogatori dei protagonisti dell’ agguato schifoso di cui si tratta. Non le viene in mente, poverina, che il giornalismo per essere serio è obbligato, quale specchio, a riflettere gli accadimenti. No, lei quando si specchia e si scopre sgradevole rompe lo specchio. Se la prende con esso non con la verità. Metodi come questo, la democratica rubrichista di Grazia, dovrebbe sapere che erano cari al fascismo, il quale imponeva alla stampa di censurare qualsiasi notizia troppo negativa per non creare una immagine ripugnante del Paese e del popolo”.

(nella foto, Annalena Benini)

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