Davvero una singolare esperienza il Congresso Unpg a cui ho partecipato come delegata del Lazio. Nessuno, tranne me, ha puntato il dito sulla continua emorragia di iscritti. Che senso ha un sindacato senza la base? Ho detto che la stragrande maggioranza dei giornalisti pensionati nemmeno sa cosa sia l’Ungp. E quindi di farsi una domanda e darsi una risposta. L’Ungp non ha nemmeno aperto uno sportello informativo per i pensionati alle prese coi mille dilemmi della fase di transizione Ingpi-Inps. Non ha nessuna interazione con gli iscritti, non ha una pagina social, è un monolite e pretende che i pensionati la vengano a cercare o le rimangano fedeli per diritto divino. Non offre servizi e non sa comunicare. Ho proposto una newsletter periodica, di aprire una casella postale: “Ungpparlaconnoi@X.it”, la campagna “porta un iscritto”. Ma bisogna dare per avere. Tornare al contatto diretto coi pensionati, se mai c’è stato. Sul sito (in quanti lo seguono? Non si sa) non c’è nemmeno un numero di telefono da chiamare e alla mail ungp@fnsi.it non risponde mai nessuno. Si è parlato di tutto tranne che di questo: la mancanza di iscritti. Ovvero la condizione preliminare per mantenere in vita un sindacato. E poi sarebbe anche ora che i colleghi capissero che siamo Inps, senza tante nostalgie. Ovvero, giustamente, uguali a tutti gli altri pensionati italiani. Ma sul sito dell’Ungp c’è ancora scritto che siamo Inpgi. Ok, bisogna cambiare lo Statuto (e perchè non è stato fatto finora? ), ma cambiare una scritta su un sito non dovrebbe essere così difficile, no? E naturalmente l’ex fissa” rimane un tabù, di cui l’Ungp non intende minimamente occuparsi. Se non batte i pugni per il principale diritto negato ai pensionati, davvero c’è da chiedersi a che serva l’Ungp.

barbara.pavarotti@yahoo.it

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