Sciopero al New York Times il 9 dicembre, il quotidiano più importante del mondo. Giornalisti e poligrafici chiedono di partecipare al successo editoriale, che prevede quest’anno profitti tra i 320 e i 330 milioni di dollari. E chiedono di poter continuare alcune forme di smart working. Azienda e Direzione rispondono pubblicando lo stesso il giornale e rinnovando il sito, con il lavoro di chi non aderisce alla protesta e di collaboratori. 

Primo sciopero in 40 anni per il giornale. Circa 1.100 lavoratori hanno incrociato le braccia per 24 ore. Per chiedere aumenti sostanziali, in un contesto di inflazione e aumento del costo della vita a New York. Le trattative contrattuali sono in stallo da quasi 2 anni. “Avevamo chiesto un aumento medio del 5,5% nel 2023 e nel 2024, la compagnia aveva risposto con il 3%”, hanno spiegato i rappresentanti sindacali, che rappresentano 1.450 dipendenti del Times (tra cui 1.270 dipendenti della redazione). Il sindacato vuole inoltre  che il contratto garantisca ai dipendenti la possibilità di lavorare a distanza per un po’ di tempo, se i loro ruoli lo consentono, ma l’azienda vuole il diritto di richiamare i lavoratori in ufficio a tempo pieno.

festa e protesta

Secondo il sindacato della stampa NewsGuild di New York lo stop è stato indetto fino alla mezzanotte (ora americana), dopo che le trattative su salari e contratto collettivo sono fallite per il rifiuto del management di aumentare significativamente i salari per quasi due anni. Centinaia di persone di tutte le età e di tutti gli status si sono radunate davanti alla gigantesca sede della New York Times Company, progettata da Renzo Piano, nella parte occidentale di Manhattan, Eight Avenue 680, in un clima di protesta e di festa. 

Il giornale fa affidamento su personale internazionale e altri giornalisti non sindacalizzati per fornire contenuti ai suoi oltre 9 milioni di abbonati negli Stati Uniti e in altri paesi. Il Times ha identificato dei redattori con un background da reporter che possono coprire le notizie. Tenendo conto dei dipendenti che non fanno parte del sindacato, il Nyt ha più di 1.800 collaboratori in tutto il mondo. “Lo sciopero – ha scritto il Direttore Joseph Kahn nel suo promemoria della sera del 7 dicembre- non influirà sulla capacità dell’azienda di pubblicare un giornale cartaceo, ma sarà più difficile del solito”.

successo a wall street

In una lettera ai vertici del quotidiano (all’editore A.G. Sulzberger e all’amministratore delegato Meredith Kopit Levien), il sindacato aveva ribadito le sue richieste e spiegato la sua frustrazione dopo 20 mesi di trattative. “Abbiamo ascoltato attentamente le posizioni e le preoccupazioni del management. Ci è stato descritto il futuro difficile che ci aspetta”, anche se lo stesso management parla a Wall Street (dove la società è quotata) del “successo della società”.

La tensione arriva nel mezzo di un processo di cambiamento dell’azienda, che ha acquisito per 550 milioni di dollari la testata sportiva The Athletic. Il New York Times rappresenta un raro successo editoriale: entro fine anno sono previsti profitti operativi tra i 320 e i 330 milioni di dollari.

“trattative non arenate”

In note separate, mercoledì 7 dicembre sera, il direttore generale Meredith Kopit Levien e il direttore Joseph Kahn hanno espresso il loro disappunto per la protesta. “Gli scioperi – ha scritto Kahn in una e-mail ai collaboratori – avvengono di solito quando le trattative si arenano. Oggi non siamo a questo punto”. 

L’investitore attivista ValueAct Capital Partners LP ha recentemente acquisito una quota significativa del Times, con l’intenzione di spingere l’azienda a commercializzare in modo più aggressivo i contenuti riservati agli abbonati. 

L’ultimo sciopero che fermò la pubblicazione del giornale risale al 1978 ed è durato 88 giorni. L’ultimo sciopero al New York Times risale al 1981, quando i lavoratori si fermarono per sei ore e mezzo. Da allora il massimo della protesta era stato nel 2017, quando i giornalisti avevano lasciato l’edificio per venti minuti, in segno di protesta per i tagli alla redazione.

(nella foto, il presidio dei lavoratori in sciopero sotto la sede del New York Times)

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