Procedimenti disciplinari possibili per la pubblicazione sui siti on line delle immagini di  Piacenza: una donna ucraina di 55 anni stuprata da un richiedente asilo originario della Guinea di 27 anni, che è stato arrestato. La donna si è detta disperata perché attraverso le immagini pubblicate il suo volto è stato riconosciuto.

Gli Ordini regionali dei giornalisti ai quali sono iscritti i direttori di testata che hanno deciso di diffondere le immagini (girate dal cittadino che aveva chiamato la polizia e le aveva postate in Internet) sono al lavoro per esaminare se sia necessario l’intervento dei Consigli di disciplina. Anche il comportamento di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, potrebbe essere esaminato.

articolo 734 bis

La Procura di Piacenza ha aperto un fascicolo per violazione dell’articolo 734 bis del codice penale (“portare a conoscenza di un numero indeterminato di persone le generalità o l’immagine della vittima, senza il suo consenso, attraverso delle modalità che comunque consentano di poter risalire alla persona offesa dei reati indicati dalla norma”) e ha ordinato la rimozione dei video pubblicati. Giorgia Meloni ha pubblicato il video sui propri social e ha scatenato una violenta polemica nell’ambiente politico impegnato nella campagna elettorale. Meloni ha scritto: “Non si può rimanere in silenzio davanti a questo atroce episodio di violenza sessuale ai danni di una donna ucraina compiuto di giorno a Piacenza da un richiedente asilo. Un abbraccio a questa donna. Farò tutto ciò che mi sarà possibile per ridare sicurezza alle nostre città”. Meloni ha detto di aver preso il video dal Messaggero e di aver oscurato le immagini. Il segretario del Pd, Enrico Letta ha affermato: “Il video postato da Giorgia Meloni su uno stupro è un video indecente e indecoroso. Invito tutti a fare una campagna elettorale in cui si parli delle cose e ci si confronti anche animatamente. Ma non si può essere irrispettosi dei diritti delle persone”. Va sottolineato che Giorgia Meloni è giornalista professionista iscritta all’Ordine del Lazio dal 2006 e quindi anche lei passibile di sanzioni.

diritti delle donne

Comunicati di condanna sono stati diffusi dalle organizzazioni (Fnsi, Ordine, Usigrai, Giulia) che si battono in difesa dei diritti delle donne. Anche il Garante della privacy ha aperto un’istruttoria. Il video è stato rimosso dai siti di Facebook, Instagram e Twitter, i cui responsabili hanno ammesso che la pubblicazione era avvenuta in violazione delle norme di comportamento adottate dalle stesse organizzazioni. 

Oltre agli aspetti penali la vicenda coinvolge la deontologia della professione giornalistica, che proibisce la pubblicazione di particolari e immagini che riguardino la donna offesa (manifesto di Venezia e articolo 5 bis del Testo unico deontologico). Di qui gli accertamenti da parte degli Ordini regionali sulla responsabilità dei direttori responsabili dei siti on line. Dal Messaggero viene specificato che le immagini sono state diffuse con i volti oscurati e che anche altre testate, Corriere della Sera, Gazzettino e Skytg24 le avevano pubblicate. Tutta la vicenda è stata oggetto di un acceso scambio di mail fra direttore e Comitato di redazione.

Professione Reporter

(nella foto, Giorgia Meloni)

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