Giovedì 28 aprile, tarda mattinata. 

Comincia a spargersi nelle redazioni la voce che Mino Raiola, il dominus dei procuratori di calcio, è morto. La prima notizia è lanciata da un tweet della tv La7. Diranno poi di avere “una fonte da Londra”. Da qui partono le agenzie, Dire, Aska, altre. L’impressione è che si seguano a vicenda, per non restare indietro. E poi i siti dei giornali, Il Messaggero, La Gazzetta dello Sport, Tuttosport. Alle 14.06 la Repubblica titola: “Morto Mino Raiola, il re dei procuratori. Aveva 54 anni”. Allegato, un video: “Tutti i suoi campioni”. 

Non ci cade l’Ansa, la prima agenzia italiana. Il capo dello sport, Piercarlo Presutti chiama Gabriele Gravina, presidente Federcalcio, chiama l’ufficio stampa Coni, chiama ogni fonte utili. Nessuno conferma, un invito alla prudenza. Non ci cade Il Corriere dello Sport.

Al primo tweet è lo stesso Raiola a rispondere con un suo tweet, dal letto del San Raffaele di Milano: “Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato. È la seconda volta in 4 mesi che mi uccidono. Sembro anche in grado di resuscitare”. Il primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare del San Raffaele, Alberto Zangrillo, dichiara: “Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo”.

Cominciano le marce indietro, le cancellazioni delle tracce sul web. Il Post è fra i pochi a chiedere scusa ai lettori.

Carmine “Mino” Raiola, nato a Nocera Inferiore il 4 novembre 1967, all’età di un anno si trasferì ad Haarlem, in Olanda, con tutta la sua famiglia. Il padre era un ristoratore. Lui iniziò come cameriere e da qui il suo soprannome, “pizzaiolo”. Parla sette lingue: olandese, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese e italiano. A vent’anni diventa responsabile del settore giovanile dell’Haarlem, poi direttore sportivo. Successivamente fonda una società di intermediazione, fa l’agente calcistico. In tre decenni ha assistito Ibrahimovic, Donnarumma, Balotelli e Pogba, Verratti, de Ligt, de Vrij e Haaland e tanti ancora. “Un genio”, secondo molti “suoi” calciatori, “un ciccione con modi da mafioso” secondo Alex Ferguson del Liverpool, “un secondo papà” per Ibrahimovic (che va a trovarlo in ospedale). Raiola ha sfruttato la deregulation economica varata dalla Fifa di Joseph Blatter nel 2015. La sua società, che ha sede fiscale a Malta, impone il “dieci per cento”. Nel 2020 Raiola, moglie e due figli, è stato inserito da Forbes al quarto posto nella classifica dei procuratori più ricchi, con entrate pari a 84,7 milioni di dollari e un giro di 847,7 milioni. 

Mino Raiola è morto due giorni dopo, il 30 aprile. la maggior parte degli organi di stampa lo ha scritto, specificando: “Lo annuncia la famiglia”.

 

 

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