di STEFANIA ELENA CARNEMOLLA

Il Cremlino odia i giornalisti e non è una novità. Fra le liste da compilare con i paesi nemici, non ha dimenticato quelle con le organizzazioni giornalistiche. L’ultima, in ordine di tempo, a essere colpita è stata la OCCRP di Drew Sullivan e Paul Radu, un progetto giornalistico che si occupa di crimine organizzato e corruzione (l’acronimo OCCRP sta per Organized Crime and Corruption Reporting Project). 

Il 6 marzo Drew Sullivan ha informato i lettori come il ministero della Giustizia russo abbia dichiarato la OCCRP e il suo partner lituano di iStories (Важные истории) organizzazione non gradita, ordinandole di chiudere le operazioni nel paese. La mossa di Mosca, ha ricordato la OCCRP, fa parte della campagna del Cremlino per silenziare i media indipendenti colpevoli di aver indagato su fatti di corruzione e ora sulla guerra in Ucraina. 

presenza logistica

In realtà, ha osservato la OCCRP, l’essere stata dichiarata non gradita non conta nulla per l’organizzazione: “Siamo registrati negli Stati Uniti e non abbiamo mai avuto operazioni formali in Russia. Abbiamo smesso di assumere dipendenti in Russia a settembre 2021. Non abbiamo più alcuna presenza fisica o logistica in Russia. Tuttavia, impieghiamo e lavoriamo con cittadini russi al di fuori della Russia. La maggior parte lavora con organizzazioni che sono già state designate come non gradite”.

Questo dal punto di vista pratico o burocratico, ma un risvolto negativo c’è: l’essere stati dichiarati non graditi, ha commentato Drew Sullivan, “criminalizza di fatto il nostro lavoro e la nostra esistenza stessa di giornalisti” e può “causare seri problemi ad alcuni nostri lettori e al nostro personale”. Il timore, infatti, è che chiunque condividerà le inchieste della OCCRP possa venire arrestato, così come potrebbero rischiare il carcere cittadini russi che collaborano con la OCCRP. 

“tattica da bulli”

Una “tattica da bulli” l’ha definita Drew Sullivan, un vero e proprio “ultimo disperato tentativo di controllare il flusso di informazioni che raggiungono i russi”. 

Le intimidazioni del Cremlino non hanno scalfito lo spirito della OCCRP: “Raddoppieremo i nostri sforzi, concentrandoci ancor di più sulle azioni del governo russo”, ha promesso Drew Sullivan. L’agenda è questa: “Continueremo a riferire sulla corruzione endemica che ha derubato il popolo russo della ricchezza del paese e l’ha spostata all’estero per essere sperperata fra yacht di lusso e ville poco utilizzate. Stiamo rintracciando queste risorse e presto pubblicheremo un elenco di miliardi di dollari fra immobili, azioni, yacht e aeroplani che gli oligarchi hanno nascosto nei paesi occidentali. La storia giudicherà severamente questo governo e riconoscerà il contributo di giornalisti russi devoti alla lotta contro il suo bullismo. Continueremo a lavorare con quei giornalisti e faremo tutto il possibile per consentire loro di continuare a fare reportage”. 

E quanto ai lettori che vivono in Russia, un consiglio: continuare a leggere le inchieste della OCCRP, senza condividerle pubblicamente, almeno per il momento. 

società calcistiche

Organized Crime and Corruption Reporting Project è un’organizzazione giornalistica non profit fondata nel 2006 come un consorzio di centri di giornalismo investigativo, media e giornalisti indipendenti che operano in Europa orientale, nel Caucaso in Asia centrale, America Latina e Africa. Diffonde le sue inchieste attraverso tv, giornali e siti internet dei diversi paesi, e sul proprio sito in lingua inglese e russa. OCCRP ha condotto inchieste su temi come la finanza offshore, l’influenza della criminalità organizzata sulla proprietà delle società calcistiche, casinò e industria della sicurezza. Nel 2013, ha aperto una nuova pista sul caso Magnitsky, la più grande evasione fiscale della storia della Russia, dimostrando che i fondi rubati dalle casse del tesoro russo erano finiti in un’azienda che all’epoca era guidata dal figlio di un ex ministro dei trasporti. Parte dei fondi era stata usata per comprare proprietà immobiliari vicino a Wall Street. OCCRP ha lavorato al progetto Panama Papers insieme all’International Conmsortium o f Investigative Journalists e alla Suddeutsche Zeiteunge, producendo più di 40 articoli sulla corruzione legata ad entità offshore in cui risultavano coinvolte personalità vicine al presidente russo Putin. Le storie sulle casseforti miliardarie offshore degli uomini di Putin realizzate grazie al reporting di OCCRP e Novaya Gazeta (membro di OCCRP in Russia) sono state premiate nel 2017 con il Premio Pulitzer.

(nella foto, Drew Sullivan)

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