di ALBERTO FERRIGOLO

“Il Tirreno rischia di diventare L’Arno”. O, quantomeno, di confluirci. 

A Livorno, sede centrale del quotidiano dell’ex Gruppo Espresso -poi transitato per la Gedi di John Elkann e ora acquisito dal Gruppo Sae di Alberto Leonardis, che da alcuni mesi controlla ben cinque quotidiani ex Gedi (ultimo acquisto La Nuova Sardegna)- la battuta corre da settimane. Ma cosa significa? Che il Tirreno sta per aprire una sede nel capoluogo toscano, in aggiunta alle otto che – oltre la centrale – si estendono tra Grosseto, Piombino, Elba, Viareggio, Pisa, Lucca, Massa Carrara e Pistoia. L’inaugurazione appare prossima: un mese o giù di lì. Un passo progettato da molti anni e mai tentato davvero.

Lo vuole la Sae, probabilmente anche per un calcolo politico di vicinanza al Pd fiorentino e toscano, che non gode troppi favori nel principale giornale della città e della Regione, La Nazione di Riffeser-Monti. Buoni sono i rapporti con il partito al governo sia del direttore de Il Tirreno Luciano Tancredi, sia dell’azionista e vicepresidente Sae, Maurizio Berrighi (costruttore). Seguito con attenzione è il sindaco di Firenze Dario Nardella, fisso alla domenica il commento di politica estera di Piero Fassino, già segretario Ds. 

incontro con il cdr

L’intenzione di approdare a Firenze è emersa nel corso di un incontro tra l’editore e il Comitato di redazione, che ha espresso “preoccupazione” e al tempo stesso “perplessità” sulla natura e la portata dell’operazione fiorentina, nell’economia di un giornale che guarda in particolare alla costa, cioè la Toscana occidentale, dove è molto radicato e c’è il cuore delle vendite.

La redazione fiorentina sarebbe composta da 6 persone, di cui 3 sono nuove assunzioni e 3 provenienti dall’organico attuale, previo “bando interno per sondare la disponibilità dei redattori che volessero andare a Firenze”. Su Firenze potrebbe anche ruotare l’edizione di Prato, mentre quella di Empoli dovrebbe far parte della nuova edizione, sulla base di uno spacchettamento di cronache provinciali e cittadine al momento accorpate. 

quota settanta

Alla notizia della volontà di Sae di aprire a Firenze si è arrivati dall’incontro fra Azienda e Cdr convocato per discutere problemi di organico, che riguardano, in particolare, l’edizione di Grosseto: qui 6 redattori sono diventati 4 per poi passare a 5, grazie all’arrivo di un sostituto per un redattore in malattia. Gli organici si assottigliano per via di prepensionamenti e cassa integrazione: 76 redattori di un anno fa sono diventati una settantina oggi, con redazioni locali in media di 5-6 persone e quando si arriva a 9 è  perché sono stati fatti accorpamenti delle cronache, come nel caso di Pisa-Pontedera, o di Pistoia-Montecatini-Empoli. 

Il direttore ha anche prelevato dalle sedi periferiche le migliori risorse per potenziare l’ufficio centrale, composto adesso da 10 persone. Sempre nella sede centrale ci sono anche 4 redattori dedicati al web e 5 alle sinergie di gruppo, più tre inviati a disposizione diretta di Tancredi.

calcoli editoriali

Su tutto pesa un alto carico di ferie arretrate, che a causa della cassa integrazione si fa fatica a smaltire. Intanto si punta su Firenze, mentre sembrerebbe tramontata l’ipotesi di riaprire l’ufficio di corrispondenza a Cecina, la cui edizione attualmente è seguita e curata da un solo giornalista, che fa capo a Piombino.

In questa situazione, molti in redazione considerano l’operazione Tirreno a Firenze un azzardo. Su una piazza dove La Nazione è leader incontrastata e dove operano anche la Repubblica e il Corriere Fiorentino del Corriere della Sera.  

Dopo l’operazione di acquisizione de La Nuova Sardegna, ci potrebbe essere bisogno adesso della figura di un direttore editoriale, che coordini le 5 testate. In un primo momento Stefano Tamburini, sostituito da Tancredi alla direzione de Il Tirreno, era stato confermato come direttore editoriale del Gruppo Sae per dirigere le pagine nazionali dei giornali del gruppo, ma nel giro di pochi mesi è stato messo alla porta. Al momento scrive su Il Centro di Pescara e Autosprint. 

(nella foto, la sede del Tirreno, a Livorno, viale Vittorio Alfieri 9)

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