Ho cominciato a leggere Repubblica a 10 anni, grazie a mio padre che la comprava ogni giorno. Oggi ne ho 35. Sono cresciuto con i grandi pezzi di sport di Gianni Mura, le arguzie politiche di Zucconi, gli editoriali di Mauro e le lotte di tutta la Redazione. Poi, negli ultimi anni, qualcosa è cambiato. Mi piaceva Verdelli, per la carica innovativa, il colore e l’antifascismo. Ma con il passaggio di proprietà non trovo più la stessa spinta e la stessa analisi. Soprattutto, mancano i contenuti: si fatica a trovare qualcosa che sia davvero originale. Ciò nonostante, continuerò a leggere Repubblica, perché è nel mio sangue.

enricosaretta@libero.it

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