Nel secondo numero L’Essenziale, settimanale di Internazionale sui fatti italiani, spiega perché grande parte dei suoi articoli non sono firmati. Racconta che l’esempio più famoso nel mondo é l’Economist. All’inizio -1843- per celare il fatto che il giornale era scritto tutto dalla stessa persona, il fondatore James Wilson. Ora invece -ha spiegato lo stesso Ecommist- l’anonimato è diventato un modo per ottenere l’effetto opposto: permettere a molti autori diversi di parlare con una voce collettiva. L’esperimento dell’Essenziale è simile: “Anteporre una voce collettiva a quelle individuali. Una redazione non è solo la somma di singoli giornalisti e giornaliste, ma anche un collettivo che proprio in quanto tale ha responsabilità collegiali, oltre che una forza maggiore. In un mondo dell’informazione e delle comunicazione dominato da un protagonismo individuale a volte esasperato vogliamo proporre un giornale composto da una pluralità di voci ed opinioni che si trovano intorno a alcuni valori comuni. Ci interessa insomma affermare che quello che è scritto negli articoli è più importante di chi lo ha scritto”. Con alcune eccezioni: inchieste e reportage, la pagina dove i ricercatori universitari raccontano le loro stesse scoperte, la sezione “A pranzo con…”.

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