Guido D’ Ubaldo è il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio. Il nuovo Consiglio si è insediato il 12 novembre. D’Ubaldo, giornalista del Corriere dello Sport e segretario uscente del Consiglio nazionale dell’Ordine, è stato eletto con i tre voti di Controcorrente e i tre dei rappresentanti dei pubblicisti. I tre rappresentanti di Riforma & Dignità avevano chiesto la presidenza per Carlo Picozza, che è stato il candidato più votato. Ma le elezioni delle cariche sono previste a maggioranza all’interno del Consiglio. Maria Lepri è stata confermata segretaria dell’Ordine e Marco Conti è stato confermato tesoriere. Vicepresidente è stato eletto il giornalista pubblicista Roberto Rossi del Gruppo Gino Falleri – Giornalisti 2.0.

Guido D’ Ubaldo, nato a Roma il 25 febbraio 1961, è giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dall’8 febbraio 1990. E’ una delle firme più note dello sport della capitale, segue in particolare da molti anni la squadra della Roma.

In un’intervista ad Articolo 21, D’Ubaldo ha detto che vorrà essere adesso “il presidente di tutti, abbiamo tanti punti comuni nei programmi”. “Bisogna prestare -ha aggiunto- grande attenzione ai colleghi precari che vivono una condizione molto difficile. Penso inoltre che sia ineludibile ripensare l’accesso all’Ordine perché è assurdo che alcune categorie come i videomaker, gli uffici stampa siano fuori. Penso all’Ordine come un luogo che non lasci indietro nessuno. Il mio impegno è proseguire quanto è stato già fatto nel Lazio, garantire formazione gratuita di qualità, cioè corsi che siano effettivamente utili per qualificarsi e/o riqualificarsi”.

Con Picozza, giornalista de la Repubblica, erano insieme in Controcorrente, ma quest’anno Picozza ha deciso di formare una sua componente, vicina al segretario di Stampa Romana Lazzaro Pappagallo e, a livello nazionale, al presidente uscente dell’Ordine, Carlo Verna,  eletto nel 2017 con i voti di Controcorrente. Picozza, Dragoni e Suber, i tre consiglieri di minoranza nel Lazio, promettono “un’opposizione vigile e ferma, tenendo fede a un programma che ha come obiettivi la solidarietà, la trasparenza degli atti e il recupero di capacità nell’affrontare i nodi di una professione profondamente mutata in questi anni, la riforma dell’accesso e degli esami di Stato, la sburocratizzazione dell’Ordine, la tutela dei colleghi più deboli, giovani, inoccupati, precari e freelance”.

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