I giornalisti non amano la Pec. Tanto da cambiare la composizione del futuro Consiglio dell’Ordine.

Quest’anno per poter votare alle elezioni per l’Ordine i giornalisti devono avere la Pec, la Posta Certificata, che ha lo stesso valore ufficiale delle raccomandate. Uno strumento moderno, che esiste da vent’anni, che dal 2005 è equiparata appunto alle raccomandate con la ricevuta di ritorno e che richiede la perdita di dieci/quondici minuti per essere attivata. Alcuni Ordini regioni, come quello del Lazio, offrono il pacchetto completo a tutti i colleghi che lo richiedano: attivazione e gestione, pressoché gratuita.

Eppure ora nel momento in cui la Pec diventa requisito per votare gli Ordini sono andati a controllare gli elenchi e hanno scoperto vuoti paurosi. Nel Lazio circa il 20 per cento del giornalisti non ha la Pec, e anche nelle altre Regioni le cifre sono rilevanti. Molti candidati si sono messi in moto per telefonare a tutti gli inadempienti, ma senza riuscire a colmare le lacune. I no-pec appaiono spesso determinati, quasi come i no-vax.

Conseguenza: Lazio, Piemonte e Lombardia hanno un numero di aventi diritto al voto più basso e hanno perso tre seggi. Uno l’ha guadagnato la Sicilia con il saldo finale che il nuovo Consiglio dell’Ordine avrà 58 consiglieri anziché 60.

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