I pubblicisti italiani, in vista delle elezioni agli Ordini nazionali e regionali, tornano a protestare contro la legge del 2017 che li ha messi in minoranza nel Consiglio nazionale dell’Ordine. Guida l’azione l’Associazione Pubblicisti Italiani Uniti per l’Europa (presidente Carlo Felice Corsetti, vice Presidente Rodolfo Martinelli Carraresi), nata nel 2018.

Il DLgs 67 del 2017 -secondo Piue- presenta quattro aspetti critici: violazione del diritto di rappresentanza (una regione senza rappresentante pubblicista); disparità di rappresentanza tra ordini regionali con numero di iscritti molto diverso (Lombardia o Lazio hanno un solo rappresentante come il Molise o la Val d’Aosta); violazione del principio “no taxation without representation”: pubblicisti e professionisti pagano la stessa quota d’iscrizione all’OdG nonostante la rappresentanza sia di un pubblicista ogni due professionisti; violazione del diritto di eguaglianza tra candidati ai Consigli Regionali e al Nazionale (solo per quest’ultimo è richiesta la posizione previdenziale attiva presso l’INPGI).

“Se la politica manterrà la sua colpevole inerzia nei confronti dei Pubblicisti -si legge in un comunicato- gli stessi saranno costretti, dopo le elezioni, ad agire nelle sedi opportune contro le violazioni dei diritti costituzionali”.

 

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