di SOFIA GADICI

“Ma perché mostrare quel video? Cosa aggiunge, cosa racconta che già non sia stato ampiamente e non sempre garbatamente raccontato? Ma perché dobbiamo alimentare in questo modo la morbosità? Io davvero non capisco dove sia il dovere di cronaca in tutto questo. #Mottarone”. Marianna Aprile ha scritto su Twitter questo commento. È una dei tanti giornalisti e persone comuni che in queste ore hanno criticato sui social la scelta di rendere pubblico il video delle telecamere della funivia Stresa-Mottarone che hanno immortalato tutte le fasi della tragedia del 23 maggio scorso in cui hanno perso la vita 14 persone.

Di questo video, nelle scorse settimane, si è parlato molto. Lo avevano visto, però, solo gli inquirenti perché la registrazione era stata sequestrata subito dopo i fatti. Nelle immagini, ora trasmesse in esclusiva dal Tg3 e poi riprese da quasi tutti i media nazionali, si vede la cabina che poco prima di arrivare alla stazione del Mottarone si inclina e torna indietro ad altissima velocità per poi staccarsi e precipitare nel vuoto.

“rasenta la perversione”

Su Twitter Fabrizio scrive: “Ho visto il video e vorrei non averlo mai fatto”. Angelica: “Nemmeno davanti alla tragedie vi fermate”. Giulia Cortese: “Pubblicare il video rasenta la perversione”. Non tutte le testate, bisogna sottolineare, hanno scelto di pubblicare le immagini. Alessia Tripodi ha twittato: “Sul sito del @sole24ore abbiamo deciso di non pubblicare il video del #Mottarone. Questo è un altro dei (tanti) motivi per i quali amo lavorare in questo giornale”. Avvenire: “Video Mottarone: per rispetto delle vittime, dei loro familiari e del giornalismo Avvenire non lo pubblicherà”. Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia: “Chissà se nelle varie discussioni delle redazioni che hanno deciso di pubblicare il video della funivia del Mottarone ci si è posti la questione dei parenti delle vittime”. Enrico Mentana ha spiegato invece su Facebook perché il video sia stato pubblicato su Open e al TG La7: “Per la magistratura un video indispensabile. Per tutti la testimonianza visiva della manomissione criminale che ha portato alla morte 14 persone”. Zona Bianca, trasmissione serale del mercoledì di Rete 4, ha trasmesso il filmato, ma ha oscurato le persone riprese nei loro ultimi attimi di vita.

pubblicazione vietata

Anche la Procura della Repubblica si è espressa. In un comunicato stampa ha ricordato che “si tratta di immagini di cui ai sensi dell’art. 114 comma 2 del c.p.p. è vietata la pubblicazione, benché non più coperte da segreto perché note agli indagati”. La procuratrice Olimpia Bossi, inoltre, ha aggiunto: “Mi preme sottolineare l’assoluta inopportunità della pubblicazione di tali riprese”.

La polemica è scoppiata a pochi giorni di distanza da un fatto simile, cioè la pubblicazione delle immagini del malore in campo del calciatore danese Christian Eriksen. Episodio che aveva acceso il dibattito sui limiti del diritto di cronaca e sulla morbosità.

(nella foto, 23 maggio, la cabina della funivia Stresa-Mottarone precipitata al suolo)

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