(A.G.) A un certo punto, domanda numero 11, il socio Marco Bava chiede: “Il presidente crede nel Paradiso?”. Risposta dello staff Rcs: “La domanda non è pertinente all’ordine del giorno”. 

Domanda 47: “Finanziamo l’industria degli armamenti?”. Risposta: “No”. 

Sempre Marco Bava: “Vorrei conoscere se si sono pagate tangenti per entrare nei paesi emergenti, in particolare Cina, Russia e India?”. “No”. 

“Quanti sono gli elicotteri utilizzati, di che marca e con quale costo orario e utilizzati da chi?”.  “Non esistono elicotteri e aerei per gli spostamenti del management”. 

“Quali auto hanno il presidente e l’ad e quanto ci costano?”. “Rcs non fornisce al presidente, che riveste anche l’incarico di ad, l’auto aziendale”. 

“Potete fornire l’elenco dei versamenti e dei crediti ai partiti alle fondazioni politiche ai politici italiani ed esteri?”. “Non sono stati effettuati finanziamenti diretti ed indiretti a soggetti sopra indicati”.

il peso dei piccoli

Scene dall’assemblea dei soci Rcs 2020, in data 29 aprile 2021. Chiunque abbia un’azione può rivolgere domande e l’Azienda deve fornire risposte. Un simulacro di democrazia. Il peso dei singoli azionisti è quasi nullo, perché quel che conta è il numero di azioni che si possiedono e Urbano Cairo possiede il 60 per cento di azioni Rcs. Ma qualche notizia -al di là del folklore- da questi botta e risposta si ottiene. 

Ivo Caizzi, per molti anni corrispondente del Corriere da Bruxelles, per esempio, da vent’anni presenta un lungo elenco di quesiti all’assemblea. Quest’anno, fra l’altro, ha chiesto: “In un video circolato in rete l’editore Cairo sosteneva di recarsi al Corriere ad aiutare il direttore Fontana? Se sì, anni di perdite di copie renderebbero comprensibile la necessità di un aiuto. Ma l’editore ha sufficiente competenza in materia? E come aiuta il direttore?”. Risposta aziendale: “Il Presidente è stato vicino al direttore del Corriere nei momenti di maggiore aggressione della pandemia, esprimendogli sempre la sua vicinanza e il suo appoggio, anche grazie alla visita quotidiana di pochi minuti che voleva significare il suo sostegno e il suo apprezzamento al lavoro del direttore e di tutta la redazione”. 

il parco delle firme

Caizzi: “Il direttore del Corriere Luciano Fontana proviene dall’organo di partito l’Unità, dove si dice fosse molto ben visto dall’allora ‘politico & direttore’ Walter Veltroni. Fontana sta insistendo a imporre Veltroni come articolista del Corriere con spazi enormi: aiuta ad arginare le perdite di copie a prezzo pieno?”. Risposta: “Il Corriere è una casa aperta ai migliori giornalisti e alle migliori firme del nostro paese. Con la direzione di Fontana il parco delle firme si è molto rinnovato, inserendo numerosi nomi di spicco apprezzati dal pubblico”.
Nella prima delle sue domande Caizzi segnala che nel 2020 il fatturato Rcs è sceso di 174 milioni rispetto al 2019. Risponde la società che, nonostante l’emergenza sanitaria e i mercati in calo, Rcs ha conseguito un risultato netto positivo per 31,7 milioni e ha ridotto l’indebitamento di 72,2 milioni. 

Caizzi nota che Cairo Communication è crollata in Borsa da 7 euro nel 2014 a 1,6 euro: “E’ un segnale preoccupante sugli effetti del metodo Cairo, che ha potato perfino il Torino nella parte bassa della classifica di serie A?”.  Risposta: “La domanda non è pertinente rispetto ai punti all’ordine del giorno”. 

 primato online

Si passa al fatto che Repubblica rivendica il primato nell’online. Risposta: “Nel 2020 il Corriere è passato in testa nella rilevazione delle audience medie giorno e ha visto confermata la leadership sui dati settimanali e mensili. Ma ora, poiché Audiweb sta fondendosi con Audipress per unificare le vendite carta e digitale, l’attuale fase è transitoria e “siamo ancora in attesa di conoscere i dati”. 

Caizzi segnala che nel 2009 il Corriere vendeva 585mila copie, oggi nel febbraio 2021 è a 260 mila, con una perdita quindi di 320mila copie. Risposta: Il Corriere nel 2020 è primo in Italia per diffusione totale, in edicola e nelle copie Ads digitali, primo come numero di lettori secondo Audipress, primo come numero di utenti unici giorno, utenti unici settimanali, utenti unici mensili. E non ha confronto con nessun concorrente grazie ai suoi 308 mila abbonamenti digitali. 

Caizzi: allora come mai questi 308 mila abbonamenti digitali non sono tutti conteggiati nella diffusione totale Ads? Risposta: Ads certifica le copie cartacee a cui si aggiungono solo gli abbonamenti digitali delle cosiddette copie replica (i due abbonamenti della Digital Edition e quello a tutta l’offerta digitale del Corriere). 

dati sensibili

Caizzi tocca poi un nervo scoperto, che riguarda il recente accordo fra Rcs (e anche altri editori) con Google per la pubblicazione sulla piattaforma di articoli dei giornalisti del gruppo: “Quanto rendono i contenuti ceduti a Google?”. Non c’è risposta: “Non sono fornite indicazioni puntuali su dati commercialmente sensibili”.

Caizzi: “Fra emolumenti e dividendi Cairo ha incassato da Rcs una trentina di milioni in 4 anni?”. “Il dato non è corretto”. 

Caizzi: “Chi ha ricevuto i 500mila euro che Cairo nel 2019 promise di trasferire dal suo stipendio in beneficienza?”. “Enti no profit, in via prevalente Caritas, per l’acquisto di buoni spesa”. 

Caizzi: “E’ vero che l’editore punterebbe a far superare la separazione di pubblicità e marketing dall’informazione nel rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti?”. “La redazione del giornale non è influenzata dalla pubblicità, la cui vendita è gestita da una concessionaria. Il marketing del quotidiano ha l’obiettivo di massimizzare il numero di copie vendute”.

il presidente lotito

Caizzi: “La Gazzetta dello Sport sconta potenziali conflitti d’interesse di Cairo nel calcio? Per esempio il presidente della Lazio, Lotito, viene raccontato sempre in modo equilibrato?”. La risposta gira attorno a questo punto e non ribatte. 

Poi, ci sono le domande del Comitato di redazione, che dieci anni fa comprò un’azione per poter partecipare alle assemblee: sull’introduzione del voto maggiorato (azioni che valgono doppio se possedute da più tempo) e sul contenzioso giudiziario che riguarda la vendita del palazzo di via Solferino. Le risposte rimandano tutte ai documenti ufficiali. Altre risposte forniscono rassicurazioni: non è allo studio il trasferimento dalla sede storica di via Solferino e l’attenzione alla carta e al business tradizionale “è da sempre centrale nelle valutazioni editoriali del gruppo”.

(nella foto,Ivo Caizzi)

LASCIA UN COMMENTO