(A.G.) Finisce così, dopo un anno, con una gelida raccomandata di dimissioni, la direzione di Umberto La Rocca ad Open, il sito di informazione online di Enrico Mentana.

Il sito, lanciato dal popolare giornalista televisivo alla fine del 2018, conduce una vita faticosa. La Rocca è il quarto direttore o facente funzione che si avvicenda, in appena due anni e mezzo. Il primo, per brevissimo tempo, fu Massimo Corcione, già vice di Mentana al TG5, poi fu nominata reggente Serena Danna, poi Sara Menafra. Poi La Rocca, uomo di lunga esperienza ad alto livello, votato alla ricerca delle notizie. Cronista politico e capo del servizio Politico al Messaggero, vicedirettore alla Stampa, direttore al Secolo XIX, capo della redazione torinese del Corriere della Sera. Carattere difficile, molto esigente.

I rapporti non erano distesi da tempo, ma cosa ha portato alla rottura fra Mentana e La Rocca? Chi conosce entrambi parla di “differenza di vedute sulla vocazione del sito”. In parole più dirette, Mentana è preoccupato per i costi di Open, che cadono sulle sue spalle e vorrebbe tagliare, La Rocca è convinto che solo con nuovi investimenti il sito potrebbe raggiungere una tranquillità economica e quindi cominciare a guadagnare.

Le cifre dei primi anni descrivono una perdita di oltre 400mila euro nel 2019, dimezzata però a poco più di 200mila nel 2020. Nel frattempo, gli utenti unici al giorno sono passati da circa 200mila nel 2019 a quasi 600mila nel 2020. Va ricordato tuttavia che Open non si è mai iscritto alle certificazioni di Audiweb (sempre per un problema di costi, ufficialmente). La Rocca si è molto battuto per l’approdo di Open su piattaforme emergenti come Instagram, Twitch e Clubhouse, mentre Mentana è meno fiducioso sui vantaggi che queste attività possono generare. La Rocca ha anche contribuito alla riforma grafica del sito e ha aumentato la presenza dei video del 50 per cento

A tutto questo si devono aggiungere le difficoltà di una redazione giovane, che ha bisogno di tempo per acquistare e affinare i fondamenti del mestiere. Ventuno dipendenti, di cui diciotto giornalisti, scelti personalmente da Mentana fra centinaia di curriculum che gli arrivarono quando annunciò di voler fare un giornale per i giovani, “che valorizzi i giovani”, nel senso del loro lavoro. Ora, fra le opzioni, c’è la ricerca di un’altra esperta guida, o l’affidamento di nuovo a Sara Menafra, con la supervisione di Mentana. O, ancora, un impegno deciso del fondatore nella quotidianità del sito.

(nella foto, Enrico Mentana)

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