Giornalismo anche questo: non fermarsi alla prima notizia -buona, magari buonissima per un titolo- e fare un altro controllo. Lo hanno fatto Francesca Galici del Giornale e Sebastiano Messina su la Repubblica.  “Conte esce fra gli applausi da Palazzo Chigi” era il titolo di tanti mezzi di informazione domenica 14 febbraio. I dipendenti che salutano con rammarico e apprezzamento l’ultimo inquilino. L’ex ministro 5 Stelle Danilo Toninelli ha scritto su Twitter: “Il presidente più amato dagli italiani! Commovente standing ovation dei dipendenti di Palazzo Chigi. Mai vista una cosa del genere”. E il portavoce di Conte, Rocco Casalino all’Adnkronos: “L’applauso che il Palazzo gli ha tributato è stato sentito, lungo, credo senza precedenti”. Con prudenza Casalino ha dubitato e in effetti capita che la memoria prepari trappole: il giornalismo è lì anche per disinnescarle.

“SCEna mai vista”

“La scena mai vista -titola Repubblica di lunedì 15 dicembre- è la stessa di Prodi, D’Alema Berlusconi e Letta”. Consultando soprattutto i take dell’agenzia Ansa degli ultimi venti anni, Messina scopre che il 21 ottobre 1998 quando Romano Prodi lascia Palazzo Chigi per la prima volta (tornerà nel 2006) c’è “l’inatteso e lungo applauso dei funzionari e impiegati che stavano assistendo alla cerimonia dalle finestre”. Un anno e mezzo dopo, il suo successore Massimo D’Alema lascia Palazzo Chigi “salutato da un caloroso applauso dei dipendenti affacciati alle finestre che guardano il cortile interno”. Un anno dopo ancora va via Giuliano Amato: “Per lui anche gli applausi dei funzionari e del personale di Palazzo Chigi affacciato alle finestre”. Nel 2008 per Prodi giunge il tempo del secondo addio: passa in rassegna il picchetto d’onore, “poi dalle finestre si sporgono i dipendenti del Palazzo e parte l’applauso”. Nel novembre 2011 Berlusconi cede il posto a Monti e lascia Palazzo Chigi “tra gli applausi dei dipendenti del Palazzo”.

affidarsi ai documenti

Poi, stessa scena per Enrico Letta, il 22 febbraio 2104 e per il suo successore Renzi e per il successore di Renzi, Paolo Gentiloni, al quale “i dipendenti di Palazzo Chigi presenti nel cortile o affacciati alle finestre hanno tributato un applauso di saluto”.

Insomma l’applauso al Presidente del Consiglio uscente non si nega a nessuno ed essendo così diffuso non può essere portato a testimonianza di un gradimento particolare.

Bene il giornalismo che si affida ai documenti e non alle sensazioni del momento.

(nella foto, Sebastiano Messina, inviato di Repubblica)

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