“La vice mulatta ha già rubato la scena a Biden”. Libero la vede così. Nella prima pagina del 9 novembre. Tra l’altro, non sembra puntuale la definizione mulatta (“chi è nato da genitori uno bianco e uno nero”), visto che Harris è figlia di un giamaicano e di una indiana, quindi i bianchi non c’entrano. In ogni modo a poche ore dall’elezione non sembra un titolo elegante nè rispettoso della nuova vice residente degli Stati Uniti né degli Stati Uniti in generale.

L’Ordine dei giornalisti ha segnalato al Consiglio di disciplina della Lombardia il titolo in questione e l’Ordine della Lombardia ha attivato le procedure per il deferimento. “In un momento storico così importante per il riconoscimento dei pari diritti delle donne di tutto il mondo così come sancito dall’elezione di Kamala Harris, prima donna eletta alla vice presidenza degli Stati Uniti d’America, -si legge in un comunicato- siamo indignati e increduli per l’ennesima provocazione di Libero. Spiace constatare che, ancora una volta, si stigmatizza il colore della pelle a discapito delle qualità politiche e professionali delle donne”. Firmato Carlo Verna, Presidente Consiglio Nazionale Ordine dei giornalisti e Paola Dalle Molle, coordinatrice Gruppo di lavoro Pari Opportunità del Cnog.

Su Facebook Paolo Brogi, per anni cronista di punta del Corriere della Sera, ha scritto: “Ai conduttori della tv, in particolare della Sette: forse è il caso che la smettiate di invitare alle vostre trasmissioni come fosse chissà chi il direttore di Libero, Pietro Senaldi. A meno che non troviate divertente il suo modo di titolare”.

 

(qui sotto, i genitori di Kamala Harris, Shyamala Gopalan e Donald Harris)

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