di ALBERTO FERRIGOLO

Le grandi manovre di ristrutturazione e riorganizzazione in casa Gedi proseguono. Finalizzate al piano “Digital First” di John Elkann: meno carta, più web.

E iniziano dalle tipografie e da un ridisegno della loro geografia. Entro i primi mesi del 2021 viene venduta la tipografia dove si stampa la Repubblica e La Stampa, via del Casal Cavallari, sulla Tiburtina, e chiude i battenti il centro di Mantova, dove si stampa la Gazzetta di Mantova. Le intenzioni sono state comunicate nel pomeriggio del 23 novembre ai sindacati, in una riunione via web. Fra i possibili acquirenti dello stabilimento romano, dove ci sono 15 dipendenti, Mario Farina, ex stampatore e poi proprietario della free press Metro e Vincenzo Boccia, ex presidente di Confindustria. Farina lo scorso 18 maggio si è liberato della proprietà di Metro, cedendola a Paola Garagozzo.

La trattativa sindacale deve ancora cominciare, ma i timori per il distacco dalla proprietà del giornale sono molte.

destinazioni sconosciute

L’uscita delle Gazzette di Modena, Reggio e Nuova Ferrara dal perimetro della divisione Nord ovest della Gedi, l’ex Gruppo Espresso, ha segnato il futuro del centro stampa di Mantova. La vendita alla Sae dei tre giornali (oltre al Tirreno) ha lasciato senza un terzo del lavoro 23 dipendenti. Da anni lo stabilimento di Valdaro – definito dai tecnici un esempio di modernità ed efficienza – garantisce la presenza nelle edicole di questi e altri quotidiani, come La Libertà di Piacenza, La Provincia Pavese, la Repubblica per l’Emilia Romagna e, un tempo, anche l’Alto Adige e il Trentino. 

Tra i poligrafici di Mantova qualcuno potrà accedere ai prepensionamenti, ma la maggioranza dovrà sobbarcarsi un trasferimento in destinazioni ancora sconosciute. La Provincia Pavese andrà a stampare a Torino, Repubblica e la Gazzetta di Mantova forse a Padova, la Libertà a Milano. Lo stabilimento di Mantova ha tre rotative, ma con la vendita delle tre Gazzette il volume del lavoro si riduce notevolmente. Il centro stampa di Padova ne ha due più vecchie ma potrebbe anche salvarsi perché stampa Il Piccolo di Trieste e Il Messaggero di Udine. Inoltre, Fabiano Begal, l’amministratore delegato e Dg di Gedi News Network, la società di Gedi Gruppo Editoriale che concentra tutte le testate quotidiane del gruppo (Stampa, Secolo XIX e quotidiani locali), ad esclusione di la Repubblica, è veneto.

“patto con i lettori”

È chiaro che la ristrutturazione produttiva dei centri stampa è dovuta, oltre che come conseguenza della cessione delle tre Gazzette, anche alla riduzione complessiva della tiratura dei giornali del Gruppo Gedi, nazionali e locali, nella prospettiva di potenziare il web e completare la sua digitalizzazione, come annunciato dallo stesso John Elkann il 13 novembre scorso attraverso le pagine di la Repubblica in un articolo dal titolo: “Sull’innovazione, un nuovo patto con i lettori”.

Per la Gazzetta di Mantova, il quotidiano più antico d’Italia, il 2021 potrebbe essere un anno choc: per la prima volta dopo tre secoli e mezzo il giornale che un tempo era di una cooperativa di tipografi e giornalisti, non sarà più stampato nella sua città. Una soluzione impensabile ai tempi della Mondadori, che entrò negli anni ’80 nella proprietà e poi del Gruppo Espresso. Per la redazione tempi più corti per la chiusura con ritmi accelerati in vista. Gli impianti dismessi difficilmente saranno riciclati, più probabile una loro rottamazione, buttando alle ortiche milioni di euro investiti dai precedenti proprietari, in particolare l’ingegner Carlo De Benedetti. 

Nel programma della riorganizzazione di Gedi viene dato per certo anche il trasferimento dell’amministrazione di la Repubblica a Torino. 

(nella foto, prima pagina della Gazzetta di Mantova del 21 giugno 1866)

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