Direttore, ma anche figlio. E’ il dilemma di fronte a cui si trovato Mattia Feltri, nel passaggio su Huffington Post, che dirige, di un pezzo di Laura Boldrini che criticava suo padre, Vittorio Feltri. Alla fine, ha deciso di non far irritare il padre e ha difeso la scelta.

Ma  Boldrini, già presidente della Camera, oggi deputata Pd, non ha digerito: ha raccontato la storia della “censura” subita.

Boldrini l’ha raccontata a TPI, dopo averla raccontata su Facebook: “Avevo scritto un intervento per il blog dell’Huffington Post in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Il direttore di Huffington Post, Mattia Feltri, non ne ha autorizzato la pubblicazione. Sapete perché? Perché chiamavo in causa Vittorio Feltri, suo padre, che martedì firmava un articolo su Libero dal titolo: ‘La ragazza stuprata da Genovese è stata ingenua’, di fatto attribuendo, come avviene troppo spesso, anche alla ragazza la colpa dello stupro. Dunque un direttore di una testata giornalistica sceglie di non pubblicare un intervento per via dei suoi rapporti familiari. Ma è accettabile una cosa del genere? Per me no, non lo è. In tanti anni non mi sono mai trovata in una simile situazione. Sia chiaro che continuerò ad impegnarmi perché sia rispettata la dignità delle donne, anche nell’informazione e sul piano del linguaggio, e continuerò a difendere sempre la mia libertà di parola”. 

victim blaming

Questo è il passaggio dell’articolo di Boldini in cui si cita Vittorio Feltri (il manifesto lo ha pubblicato integrale): “Si chiama victim blaming. Ed è parte, grande, del problema, rispetto a cui il ruolo dell’informazione è centrale. E mi riferisco polemicamente a quei giornali che fanno di misoginia e sessismo la propria cifra. Cosa dire del resto dell’intervento di Feltri su Libero, in cui si attribuiva la responsabilità dello stupro non all’imprenditore Genovese ma alla ragazza diciottenne vittima?”.

A TPI Boldrini spiega che aveva fatto avere l’articolo all’Huffington Post e  già dalla redazione avevano fatto presente che il riferimento a Vittorio Feltri non era gradito: “Dopo di che Feltri (Mattia) mi ha scritto dicendomi che voleva parlarmi del mio blog… io ero in Commissione per il dl immigrazione e l’ho chiamato, appena ho potuto… mi ha proprio chiesto di togliere il riferimento al padre dal mio articolo, perché i loro rapporti sono difficili quindi si sarebbe creato un problema familiare. Inizialmente sono rimasta senza parole. Ero veramente allibita. Dopo gli ho fatto notare che questa richiesta voleva dire mettere i problemi ‘famigliari’ davanti alla deontologia…e gli ho detto che non avrei tolto assolutamente nulla. Voleva dire negarmi la parola…vuole dire condizionare il mio pensiero”.

soLtanto un’ospite

Sempre Boldrini afferma che Feltri avrebbe risposto: “Bah, io l’ho chiesto anche ad altri …e loro hanno acconsentito. Io le sto chiedendo di togliere questo riferimento a mio padre, se lei non lo fa io non lo pubblico”. La deputata Pd ribadisce che il riferimento a Vittorio Feltri era un inciso senza speculazioni, riportando solo i fatti: “Criticavo il padre ma non in modo offensivo. La censura al mio pezzo è stata assolutamente gratuita. Mi hanno negato il diritto di esprimere il mio pensiero, non è possibile accettare un familismo editoriale”.

Carlo Verna, presidente dell’Ordine dei giornalisti, ha detto:”Lascia basiti la notizia della censura denunciata dalla presidente emerita della Camera, Laura Boldrini, per un riferimento nel pezzo da lei redatto a un’opinione su Libero di Vittorio Feltri, già iscritto all’Ordine dei giornalisti, poi dimessosi, i cui contenuti sono già al vaglio dei competenti organismi, in quanto permane in ogni caso la responsabilità deontologica del direttore che firma il giornale”.

E Mattia Feltri: “Ritengo che l’onorevole Boldrini sia libera di pensare e scrivere su mio padre quello che vuole, ovunque, persino in Parlamento, luogo pubblico per eccellenza, tranne che sul giornale che dirigo. Al pari di ogni direttore, ho facoltà di decidere che cosa va sul mio giornale e che cosa no. Se questa facoltà viene chiamata censura, non ha più nessun senso avere giornali e direttori. Oltretutto l’onorevole Boldrini, come altri, su HuffPost cura il suo blog. Quindi è un’ospite. E gli ospiti, in casa d’altri, devono sapere come comportarsi. Ps. Ringrazio il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, per avermi condannato senza nemmeno una telefonata per sentire la mia versione, quella di un iscritto”.

Vittorio Feltri ha offerto a Laura Boldrini di pubblicare l’articolo su Libero, lasciandogli poi la possibilità di replicare. In un’intervista a Domani, Boldrini ha risposto: “Non mi presto alla goliardia, o a mettermi in mezzo a questi rapporti padre-figlio”.

Ma Libero ha pubblicato lo stesso. Con un commento di Vittorio Feltri in prima pagina.

Il Cdr dell’Huffington scrive: “Le redattrici e i redattori di HuffPost in seguito alle polemiche sulla mancata pubblicazione del post della parlamentare Laura Boldrini intendono sottolineare quanto segue. La storia del giornale testimonia il ruolo centrale rappresentato a sostegno del pluralismo, della libertà dell’informazione e dei diritti di tutti. Valori che informano il nostro lavoro quotidiano anche oggi. Respingiamo gli attacchi di queste ore alla nostra testata, che riteniamo pretestuosi e infondati”.

(nella foto, Vittorio e Mattia Feltri)

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