Le eezioni per l’Ordine dei giornalisti si svolgeranno il 15 e 22 novembre. Parola fine su una vicenda tempestosa che ha diviso la categoria. 

Il Presidente aveva rinviato le elezioni on una determina presidenziale A metà settembre. Poco dopo Sono cominciate ad arrivare, ad esempio nel Lazio, le lettere ai colleghi che confermano le elezioni nelle date precedenti, 4 e 11 ottobre. Lettere datate 26 agosto. Il disorientamento è diventato molto alto, con la possibilità che ogni regione voti in date diverse e che in alcune regioni si debba andare al voto due volte, per i consigli regionali e per il Consiglio nazionale.

Il 22 settembre il presidente Verna ha definitivamente confermato, per tutti, le elezioni nazionali per il 15 e 22 novembre. Le Regioni si adegueranno sulle stesse date, per non chiamare i giornalisti ripetute volte alle urne. Andranno scritte altre lettere di convocazione, con conseguente aumento delle spese.

Il ministero della Giustizia aveva stabilito che le elezioni potevano svolgersi nelle date programmate a giugno, 4 e 11 ottobre. Dando così ragione ai diciassette ordini regionali che avevano avviato le procedure elettorali, a differenza di Lombardia, Campania e Piemonte che invece non hanno convocato i seggi entro la scadenza dell’8 settembre. Per motivi di sicurezza, emergenza Covid.

“Allo stato attuale -ha scritto il direttore generale del ministero Giovanni Mimmo al Presidente Carlo Verna e ai presidenti dei Consigli regionali- il numero limitato di contagi e l’assenza di misure interdettive di tipo normativo consente di formulare un giudizio favorevole sulla possibilità della regolare tenuta, sia pure con le dovute accortezze, delle operazioni elettorali”. Si invitano quindi il presidente e i presidenti regionali “ad adoperarsi per rendere possibili le operazioni elettorali, rispettando la scadenza temporale prevista dal legislatore e dettando le modalità più opportune per garantire la salute degli iscritti e del personale impiegato”.

La questione, prima dell’intervento del ministero, aveva creato una grave crisi nel Comitato esecutivo dell’Ordine nazionale. Quattro membri su nove si sono dimessi, in opposizione al presidente Verna e agli altri quattro componenti. Verna è accusato di “inerzia e indecisionismo”. I quattro dimissionari appartengono a Controcorrente, la parte della categoria che governa Inpgi, Fnsi e Casagit. Governava anche l’Ordine, ma il presidente Verna non ne fa più parte e ha spostato gli equilibri.

motivazioni politiche

Le elezioni per il rinnovo dei Consigli nazionale e regionali erano state programmate a fine giugno per il 4 e 11 ottobre prossimi. I tre presidenti regionali di Lombardia, Campania e Piemonte (comprendono il 40 per cento degli iscritti) hanno chiesto un ampio rinvio. In realtà, in tali decisioni si può leggere anche una motivazione politica: le tre regioni che non hanno convocato i seggi sono rette da una maggioranza diversa rispetto a Controcorrente. Ci sarebbe quindi una volontà di prendere tempo per organizzare meglio le file dell’opposizione. Il Piemonte poi ci ha ripensato e si è allineato alla maggioranza dei presidenti regionali.

Tre altri presidenti (Toscana, Lazio, Molise) hanno invece scritto al presidente Verna di aver già avviato le procedure per i seggi e di poter quindi chiedere conto all’Ordine nazionale delle spese relative, nel caso che le elezioni saltino. 

E allora? Verna ha chiesto un parere all’esperto di diritto amministrativo Mario Sanino, che ha suggerito di diffidare i tre presidenti che chiedono il rinvio della data elettorale e di diffidare il ministero della Giustizia, organo di vigilanza sugli ordini professionali, affinché imponga il regolare svolgimento delle elezioni stesse. Argomentazione principale: se si vota il 20 settembre per le elezioni regionali e per il referendum costituzionale, evidentemente esistono le condizioni per votare anche all’Ordine dei giornalisti.

segretario e vicepresidente

In Comitato esecutivo, mercoledì 9 settembre, Verna ha proposto di dare dieci giorni al ministero per decidere sulla data delle elezioni e sulle modalità per inserire in Consiglio i rappresentanti delle minoranze linguistiche. Proposta approvata a maggioranza. I quattro di Controcorrente si sono dimessi dall’esecutivo: il segretario dell’Ordine, Guido D’Ubaldo, dalla vicepresidente Elisabetta Cosci, dai consiglieri Nadia Moretti e Andrea Ferro.

I dimissionari chiedevano di far svolgere le elezioni nelle date decise in tutte le regioni meno le tre contrarie al voto. Diciassette su venti. Per formare e rendere operativo il nuovo Consiglio nazionale si sarebbe dovuto attendere l’esito del voto in Lombardia, Piemonte e Campania, finita l’emergenza Coronavirus.

Verna ha poi deciso, da solo, di rinviare. Motivazione: “Assicurare ai Consigli regionali dell’Ordine dei giornalisti tempi congrui per la predisposizione degli adempimenti di competenza, nonché per la valutazione relativa all’opportunità di un allineamento delle date delle assemblee per il rinnovo dei Consigli regionali con le convocazioni delle assemblee per il rinnovo del Consiglio nazionale, nelle date fissate nella nuova determina”.

Professione Reporter

(nella foto, la lettera di convocazione delle elezioni arrivata agli iscritti del Lazio)

2 Commenti

  1. Strano come ci sia una levata di scudi su questioni di lana caprina mentre non si interviene in fattiche riguardano la costituzionalità delle norme in vigore, della palese e grave violazione dei diritti degli iscritti,
    della vergognosa norma che prevede che una minoranza degli iscritti (i professionisti) siano nei consigli maggioranza.
    Fa un certo effetto leggere di questa levata di scudi per la sicurezza (sic).

    http://www.osservatorio-sicilia.it/2020/09/08/il-4-ottobre-le-elezioni-allordine-dei-giornalisti-nel-segno-della-continuita-incostituzionale-e-della-violazione-dei-diritti-degli-iscritti/

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