L’assemblea dei redattori del Giornale di Sicilia denuncia: “L’azienda progetta da novembre di dimezzare sia le retribuzioni che l’organico”. E affida al Cdr un pacchetto di 17 giorni di sciopero, tanti quanti sono gli esuberi di personale annunciati.

Dal 2016 a oggi – spiegano i redattori di questa testata (che a giugno ha compiuto 160 anni) – è stato progressivamente subito il taglio delle retribuzioni e un inevitabile depauperamento del quotidiano. Ora gli editori vorrebbero portare l’organico a 12 i giornalisti in servizio ogni giorno: appena 15 mesi fa erano 24.

Ci sono misure -dice la redazione “che potrebbero alleviare la situazione, come prepensionamenti ed esodi incentivati, utilizzati da molte altre aziende editoriali: il sindacato ne stava discutendo con la proprietà ma poi gli editori hanno improvvisamente stoppato il confronto”.

Tre anni fa, quando la Ses di Messina, controllata dalla fondazione Bonino Pulejo, acquistò il Giornale di Sicilia, “avevamo sperato in un rilancio della testata. Così ci era stato promesso. Così non è stato. L’unico investimento – proseguono i giornalisti – è stato il full color, poi abbiamo registrato e subito soltanto tagli sempre più consistenti e il continuo rinvio di interventi essenziali come la realizzazione della nuova sede, più volte annunciata e mai realizzata. Rimaniamo invece confinati in locali provvisori e inadeguati da quando, oltre due anni fa, la redazione storica è stata distrutta da un incendio”.

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