Il direttore Massimo Martinelli si insedia al comando del Messaggero e invia una lettera ai collaboratori. Ottanta (circa) precari che a metà giugno hanno ricevuto una lettera che li informava del taglio dei loro compensi, già bassi e li invitava ad accettare o a rinunciare, interrompendo la collaborazione. Martinelli ricorda ai collaboratori che manca una settimana alla scadenza del termine fissato dall’azienda (14 luglio) per rispondere. Ricorda che “siamo stati costretti a a rimodulare le tariffe per il pagamento dei pezzi” e che “siamo un giornale sano grazie al lavoro di tutti coloro che mettono una firma sotto un articolo, ma soprattutto grazie al senso di responsabilità e ai sacrifici che sappiamo fare”. Dice Martinelli ai collaboratori che ha ritenuto “di offrire queste considerazioni in un momento di decisioni delicate, in cui il Messaggero ha bisogno di sentire ancora di più il sostegno e la partecipazione di chi fino a oggi ha contribuito a renderlo un grande giornale”.

I collaboratori, dopo aver ricevuto la lettera sul taglio ai compensi, con l’appoggio della Fnsi, si sono costituiti in assemblea, hanno chiesto un incontro all’Azienda e sono pronti anche ad aprire tavoli istituzionali.

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