E’ durata pochi giorni la disoccupazione di Gad Lerner. Lasciata Repubblica sbattendo la porta il 17 maggio (“Non riconosco più il giornale”), è approdato al Fatto quotidiano il 26. E ha subito spiegato perché in un pezzo intitolato:

“Che ci faccio al Fatto, giornale senza padroni”. Il pezzo inizia così: “Colto sul Fatto!”. Più avanti si legge: “Benché sussistano divergenze profonde su politica giudiziaria, carceri, immigrazione, ringrazio dell’invito ricevuto dopo le mie dimissioni da Repubblica e provo a motivare quella che considero una scelta obbligata. Ma assai stimolante. Prendete Exor, la holding della famiglia Agnelli: nel 2015, pur diventando principale azionista dell’Economist (43%), ha accettato di non esercitare il suo peso per oltre il 20% del capitale; di essere rappresentata da un numero minoritario di membri nel consiglio d’ammini strazione; e soprattutto di subordinare la nomina del direttore all’approvazione di un trustee, cioè di un comitato di garanti. Monarchia costituzionale in versione anglosassone. Un economista spiritoso, Salvatore Bragantini, a suo tempo auspicò su lavoce.info che Exor importasse lo stile inglese nei giornali acquisiti in Italia. La risposta è giunta il 23 aprile scorso col licenziamento senza preavviso di Carlo Verdelli, allorquando Exor assumeva la gestione operativa di Repubblica. Non m’interessa anticipare giudizi frettolosi sul suo successore e sul perché è stato scelto… Mi accontento per ora di constatare che il capitalismo è per sua natura apolide, ma adatta i suoi parametri di governance ai diversi contesti in cui opera: qui da noi Exor ha optato per la monarchia assoluta. Il discorso non sarebbe completo se non citassi anche i venditori di quello che fu il Gruppo L’Espresso, cioè la famiglia De Benedetti. L’amicizia cui mi sento legato non impedisce di constatare come essa abbia scelto di rinunciare a sentirsi parte della classe dirigente italiana, in un momento difficile per questo Paese. Si è chiamata fuori”. Lerner fa gli auguri a Carlo De Benedetti, nella speranza che riesca a difendere Domani, il titolo del progetto di un nuovo giornale, quel che non è riuscito a difendere ieri, da proprietario. Lerner esamina poi “l’ansia di legittimazione che sospinse la sinistra, chiamata per la prima volta al governo del Paese, a instaurare rapporti subalterni con il capitalismo italiano”. Sarà contento -dichiara in chiusura del pezzo- di lavorare in un giornale senza padroni.

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