Soprattutto Ungheria al centro della Giornata della Libertà di stampa. Il 3 maggio si ricordano i colleghi che hanno perso la vita facendo il proprio lavoro, ma si pensa molto ai giornalisti ungheresi sempre più minacciati dal regime di Orban.

Il rapporto annuale pubblicato dalla Piattaforma per la sicurezza e la protezione dei giornalisti del Consiglio d’Europa, ha sottolineato che “l’Ungheria conta dieci segnali d’allarme attivi sulla Piattaforma, di cui due nuovi nel 2019, e registra due tipi di minacce: la trasformazione delle radio del servizio pubblico in media dello Stato e il monopolio del settore privato da parte dello Stato e la pressione sui giornalisti e altri operatori dei media”.

L’Assemblea generale del’Onu proclamò il 3 maggio Giornata mondiale della libertà di stampa, per ricordare ai governi il loro dovere di sostenere e far rispettare la libertà di parola sancita dall’Articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948. Allo stesso tempo l’Onu vuole celebrare l’anniversario della Dichiarazione di Windhoek, il documento in difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media promulgato dai giornalisti africani a Windhoek nel 1991.Allo stesso tempo il Consiglio d’Europa ha pubblicato un rapporto dove si esprime preoccupazione per le decisioni adottate in materia di libertà di stampa da alcuni governi europei per far fronte alla pandemia. In molti casi è stato notato il tentativo di impedire la pubblicazione di notizie riguardanti il Covid 19. Usando il virus per imbavagliare i giornalisti.

 

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