Guido Stefanelli,, l’amministratore delegato della società che ha chiuso l’Unità, ha chiesto tempo, fino a settembre, per rispondere sulla proposta volta a riportare in edicola il quotidiano. Non si è presentato davanti alla delegazione dei giornalisti (Fnsi, Assolombarda e Assoromana). Eppure gli erano stati concessi altri sei mesi di cassaintegrazione – a parte i due anni già trascorsi – per i propri dipendenti. Dice il comunicato sindacale che è seguito alla nuova rottura: “O i proprietari hanno davvero intenzione di riportare seriamente l’Unità nelle edicole da cui l’hanno tolta due anni fa, e allora non si capiscono questi continui rinvii e le ultime scelte editoriali, oppure non sono in nessun modo interessati a garantire un futuro al giornale fondato da Gramsci e ai suoi lavoratori. In questo caso, però, si facciano da parte e cedano l’azienda a chi di questa storia vuole invece scrivere un nuovo capitolo. Con intenzioni e progetti seri. Sia chiaro, comunque, che il Cdr e il sindacato dei giornalisti, se necessario, sono pronti a far valere in tutte le sedi gli accordi e gli impegni contenuti nel verbale siglato al ministero lo scorso 19 giugno».

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