«Ci vorrebbe un bell’attentato alla sede del Tirreno, con tanto di morti e feriti». La minaccia è stata rivolta il 22 febbraio alla redazione di Pistoia del Tirreno. Arriva dal web. Pochi giorni prima a Livorno, un redattore, Stefano Taglione, viene aggredito durante un servizio da un tabaccaio che scrive su un sito. «Ah sei Taglione? Quello che ha detto che copio (gli articoli del Tirreno)? Te sei una testa di cazzo e se lo ridici vedi cosa ti succede…». Sono da poco passate le 10. In Borgo Cappuccini, a Livorno da poche ore hanno fatto esplodere un parcometro con una bomba carta. Alcune persone sono fuori dalla bulloneria “Le Dune”, dietro la colonnina dei posteggi. C’è pure il proprietario Alessandro Barbieri. E anche Marco Ristori, titolare della tabaccheria, che scrive per il sito “L’Osservatore”. Taglione lo aveva già invitato a citare Il Tirreno, quando riproduceva gli articoli senza citare la fonte. Mentre il cronista domanda alle persone della zona se hanno sentito qualcosa in merito all’esplosione, Ristori si presenta, inizia a insultarlo – «Scrivi di merda» – gli fa il gesto dell’ombrello e invita la gente a non rilasciare dichiarazioni. Taglione registra un video. 

La provincia di Pistoia, come altre zone della Toscana, registra da alcune settimane un’impennata dei contagi da Covid. Il Tirreno ha documentato questo fenomeno pubblicando le tabelle con i dati della Regione sul numero di contagi ogni 100.000, riportando il parere degli esperti della Fondazione Gimbe e altri dati pubblicati dall’Agenzia regionale della sanità. L’articolo viene postato su Facebook e sulla pagina del quotidiano arrivano anche commenti pesanti: “chissenefrega se i “vecchi” muoiono; poi chi l’ha detto che muoiono davvero; già è tutta una finzione; sono numeri truccati”. Roberto Ricotti scrive: «Ci vorrebbe un bell’attentato alla sede de “Il Tirreno”, con tanto di morti e feriti».

Solidarietà è stata espressa al direttore Fabio Tamburini dalla Federazione nazionale della stampa e dall’Ordine nazionale.

La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese ha convocato il Centro di Coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio di informazione sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti. “L’attenzione del ministero dell’Interno per la tutela degli operatori dell’informazione –ha sottolineato Lamorgese– è massima. Per prevenire violenze e minacce, anche sul web, ho riattivato, sin dal 10 gennaio 2020, il tavolo di confronto con gli organismi rappresentativi dei giornalisti e, sulla scorta delle esigenze emerse in quella sede, sono state già avviate iniziative sui territori con la più stretta collaborazione tra il Dipartimento della pubblica sicurezza, le prefetture e l’Ordine dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa italiana”. La titolare del Viminale rimarca “il dovere delle istituzioni di intervenire per difendere la libertà di stampa, che rappresenta uno dei pilastri della democrazia”.

Nello scorso ottobre Il Tirreno assieme ad altri tre quotidiani locali è stato venduto dal Gruppo Gedi di John Elkann alla Sae di Alberto Leonardis e Maurizio Berrighi.

 

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