Il Comitato di redazione del Corriere della Sera torna ad occuparsi dei pensionati che, nonostante la pensione, lavorano. A seguito di nuovi casi, in barba alla precedente protesta presentata al Direttore Fontana e all’Editore Cairo, scrivono -il 1° maggio- alla Segretaria della Federazione della Stampa, Alessandra Costante. Che risponde: sono d’accordo con voi e sono pronta a confrontarmi con Direttore e Azienda.

tutela della legge

“Cara Segretaria -dice la lettera del Cdr- in occasione della Festa dei Lavoratori torniamo a sottolineare l’importanza di tutelare le nuove generazioni di giornalisti. Come sai l’assemblea del Corriere della Sera ha preso posizione in data 7 aprile sulla vicenda dell’utilizzo distorto dei pensionati. Purtroppo, le risposte da parte di Direzione e Azienda sono state inesistenti e in qualche modo provocatorie. Siamo costretti, ad esempio, a segnalare ancora l’utilizzo in redazione di un collega pensionato per compiti di desk,  a scapito di avanzamenti di carriera, stabilizzazioni (di partite iva) e assunzioni di precari assolutamente necessarie. Ti chiediamo pertanto di sostenerci in questa battaglia anche con un tuo intervento mirato. Questa battaglia come sai va nella direzione della tutela della legge, ma soprattutto dei giovani colleghi e del futuro della nostra professione. Un caro saluto e buon primo maggio”.

documento apprezzato

“Come ben sapete -risponde Costante- la tutela delle giovani generazioni dei giornalisti è un tema che mi sta particolarmente a cuore e che, fin dai miei primi passi nel mondo del nostro sindacato, è stato uno dei temi della mia azione. Motivo per cui ho molto apprezzato il vostro documento del 7 aprile e la vostra presa di posizione forte all’assemblea dei Cdr. In tutte le aziende in cui si sono verificati problemi del genere, ho sempre posto il tema dei pensionati al lavoro, utilizzati in sostituzione dei dipendenti. In alcuni casi, nonostante un confronto non sempre facile, sono stati ottenuti ottimi risultati, che consentono la crescita e l’affermazione professionale dei colleghi attivi (che non possono sentirsi sempre sotto la tutela dei ‘grandi vecchi’), l’assunzione di nuovi giornalisti o la  stabilizzazione dei collaboratori. Il tema dell’utilizzo corretto dei pensionati è stato posto anche nell’ultimo incontro del  tavolo contrattuale: Fnsi ritiene che, oltre i limiti della normativa vigente sui prepensionati, i giornalisti pensionati, titolari di rapporti di collaborazione, non possano assumere la responsabilità di un servizio e di un settore con carattere di continuità. Ovviamente, sono disponibile anche ad un intervento mirato sul Corriere, confrontandomi direttamente con il Direttore, che ha la responsabilità organizzativa della redazione, e il Capo del personale”.

Professione Reporter

(nella foto, Paolo Serventi Longhi, Presidente dell’Unione giornalisti pensionati)

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