Prepensionamenti, gli ennesimi, all’Ansa, con una caratteristica interessante: l’accordo che il Comitato di redazione è riuscito a firmare prevede la reale volontarietà. Vale a dire che andranno via in anticipo sull’età pensionabile i giornalisti che vorranno davvero farlo. Solo al Corriere della Sera -e non in tutte le tornate di esodi- è stata ottenuta questa clausola, che gli editori vedono con grande sfavore. Nella gran parte degli accordi per i prepensionamenti nei media italiani è stata prevista una “volontarietà” di facciata: chi non voleva andare via era costretto a una lunga cassa integrazione con emolumenti falcidiati. L’Ansa, la più grande e prestigiosa agenzia di stampa italiana, ha oggi 260 redattori.

I possibili prepensionabili entro la fine del 2025 sono 65. L’Azienda spera in circa 40 uscite e il Cdr ha ottenuto che si contino fra queste anche le dieci recenti uscite volontarie o per raggiunta età della pensione, quindi il numero si riduce a 30. In cambio, a partire dal 1° agosto, sarà effettuata una assunzione ogni due esodi, scegliendo fra i numerosi precari storici dell’agenzia, metà nelle regioni e metà nella sede centrale. 

La redazione dell’Ansa ha valutato positivamente l’impegno e i risultati del Cdr, approvandolo l’accordo con il voto del 31 marzo: l’84,5 per cento ha detto sì, il 10,1 per cento no e il 5,3 per cento ha scelto la scheda bianca. 

Per giustificare l’accesso ai prepensionamenti l’Ansa ha sottolineato i risultati negativi di bilancio: riduzione dei ricavi di circa due milioni nel 2024, che ha portato a una perdita di esercizio nel 2024 e una perdita prevista ancora più consistente nel 2025. 

La Fnsi non ha firmato l’accordo ritenendo che con la sua applicazione saranno impoverite le redazioni locali.

Professione Reporter

(nella foto, Luigi Contu, Direttore dell’Ansa)

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