Azienda e Direttore di Repubblica progettano di chiudere la redazione di Parma del giornale e di non rinnovare il contratto a Francesco Nani, che vi lavora dall’apertura, nel 2008. Lo hanno comunicato al Comitato di redazione in un incontro. Il Cdr respinge l’ipotesi e invia un primo messaggio al nuovo Direttore, Mario Orfeo: “Continuiamo a chiedere un rilancio di Repubblica, sulle varie piattaforme, e degli investimenti seri, concreti, per fare e offrire più giornalismo di qualità, non di meno. La strada dei tagli e delle dismissioni finora perseguita, lo dimostrano i fatti, rischia di essere senza ritorno. Ci auguriamo che anche la direzione da poco insediata si mostri attenta a questa sollecitazione, certi che già in partenza non voglia né possa avallare una scelta che anche all’esterno darebbe inequivocabilmente un messaggio negativo”.

sfiducia dei vertici

Il Cdr ha spiegato alla redazione di Repubblica che l’ipotesi di chiudere Parma nasce dalla sfiducia dei vertici nelle pagine locali, ma ha messo in rilievo il fatto che Italia esistono esempi di successo, come il network di siti di notizie locali; e che il principale concorrente, Il Corriere della Sera, sembra andare in direzione opposta, aprendo pagine di cronaca da città minori.

I dati della raccolta pubblicitaria su Parma, secondo il Cdr, ripagano i costi di gestione della pagina, che oltre a Nani si avvale della collaborazione di un fotografo a partita Iva e due collaboratrici retribuite in tutto 600 euro lordi al mese. 

unico, vero e grande

“La nostra preoccupazione -scrive il Cdr in un comunicato- è che una logica aziendale legata soltanto al contenimento dei costi colpisca oggi Parma e domani altri settori del giornale senza tenere conto dell’importanza e del valore dell’informazione di qualità, diffusa e radicata sul territorio”. Nell’ultimo piano di riorganizzazione siglato con azienda e Direzione, si legge che le redazioni locali “rappresentano parte rilevante dell’identità di Repubblica e della sua vocazione di unico vero grande quotidiano diffuso sull’intero territorio nazionale”. 

Il Cdr ricorda che a Repubblica viene chiesto un impegno giornalistico spesso al di là del normale orario di lavoro. Sono stati chiesti sacrifici collettivi come il nuovo ed ennesimo piano di prepensionamenti, e anche in questo caso “abbiamo risposto con il consueto senso di responsabilità e attaccamento alla comunità”.

Il sindaco di Parma Michele Guerra ha scritto una lettera ai vertici dell’Azienda e della Direzione de la Repubblica, per sottolineare come la decisione della chiusura “comporti un danno informativo e culturale per la nostra città e colpisca un’avventura editoriale cominciata più di sedici anni fa e che molto ha dato ai nostri cittadini. Come amministratore, da assessore prima e da sindaco oggi, ho conosciuto una redazione che non ha fatto sconti ai governi cittadini che si sono succeduti in questi anni e proprio per questo so di non difendere alcuna rendita di posizione, ma più semplicemente e — se si vuole — più idealmente il valore del pluralismo di informazione e la sua capillarità”. Il primo cittadino esprime quindi “l’auspicio che il Gruppo possa prendere in considerazione il mantenimento di questa pagina, rispetto al quale, proprio in questi giorni, diverse realtà e molti cittadini hanno liberamente deciso di mobilitarsi”.

Professione Reporter

(nella foto, Mario Orfeo)

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