Il Garante per la Privacy avverte Gedi: l’accordo per la cessione di tutti gli articoli -passati e futuri- delle sue testate a OpenAI, cioè a ChatGPT, potrebbe violare il Regolamento sulla privacy dell’Unione Europea. Il Garante ha aperto su questo un’istruttoria e c’è l’ipotesi che che termini con pesanti sanzioni per Gedi. La questione riguarda i dati di milioni di persone contenuti nei testi di Repubblica, della Stampa e degli altri mezzi d’informazione targati Gedi.
Un avvertimento formale in questo senso è stato recapitato alla società di John Elkann (non è più Presidente, ma la controlla attraverso Exor, di cui è amministratore delegato). Ed è stato inviato a tutte le società (Gedi News Network Spa, Gedi Periodi e Servizi Spa, Gedi Digital Srl, Monet Srl e Alfemminile Srl) che sono parte dell’accordo di comunicazione dei contenuti editoriali stipulato con OpenAI.
informazione e trasparenza
“Sulla base delle informazioni ricevute -si legge nel comunicato del Garante per la protezione dei dati personali- l’Autorità ritiene che le attività di trattamento sono destinate a coinvolgere un grande volume di dati personali, anche di natura particolare e di carattere giudiziario, e che la valutazione d’impatto, svolta dalla società e trasmessa al Garante, non analizzi sufficientemente la base giuridica in forza della quale l’editore potrebbe cedere o licenziare in uso a terzi i dati personali presenti nel proprio archivio a OpenAI, perché li tratti per addestrare i propri algoritmi”.
Inoltre, l’avvertimento evidenzia “come non appaiano sufficientemente adempiuti gli obblighi informativi e di trasparenza nei confronti degli interessati e che Gedi non sia nelle condizioni di garantire a questi ultimi i diritti loro spettanti ai sensi della disciplina europea sulla privacy, in particolare il diritto di opposizione”.
remunerazione segreta
Il Gruppo Gedi ha firmato un accordo lo scorso 24 settembre con OpenAI per cedere tutti i suoi contenuti, in cambio di una “remunerazione” di cui solo Gedi stessa conosce l’importo. Il Comitato di redazione de la Repubblica ha chiesto all’Azienda di conoscere il contenuto dell’accordo: ritiene di dover dare il proprio parere, visto che l’accordo riguarda il lavoro svolto dai giornalisti negli anni. L’Azienda non ha dato risposta.
Il Cdr ha anche informato del problema il sottosegretario all’Editoria Barachini, che non ha ancora ritenuto di intervenire pubblicamente.
Qualche informazione però Gedi ha dovuto fornirla al Garante. Tanto per cominciare, Gedi consegnerà ad OpenAI l’intero contenuto dei suoi archivi alla data del 29 novembre 2024 e poi consegnerà tutti articoli che saranno pubblicati successivamente al 30 novembre 2024.
algoritmi addestrati
Secondo l’accordo, gli utenti di OpenAI “avranno accesso a citazioni attribuite, contenuti e link alle pubblicazioni di Gedi, tra cui La Repubblica e La Stampa”. L’Accordo prevede che OpenAI agisca in qualità di “titolare autonomo del trattamento e possa utilizzare tali contenuti (e, quindi, i dati personali negli stessi compresi) per fini di training dei propri sistemi di intelligenza artificiale, e a fini di miglioramento dei propri servizi, come il perfezionamento dell’accessibilità dei contenuti quando gli utenti cercano tali informazioni utilizzando ChatGPT”.
Gedi ha precisato che “tutti i contenuti editoriali verranno utilizzati da OpenAI per consentire agli utenti del servizio ChatGPT di fare ricerche in tempo reale di notizie di attualità, con contestuale fornitura di un riassunto (generato da sistemi di intelligenza artificiale di OpenAI) e del link diretto alla notizia medesima” e che “tutti i contenuti editoriali verranno utilizzati da OpenAI altresì per migliorare i propri servizi e addestrare i propri algoritmi di intelligenza artificiale”.
protezione delle persone
Il Garante fa notare che gli individui i cui dati personali, comuni e particolari, contenuti negli archivi e negli articoli che saranno oggetto di comunicazione ad OpenAI, non possono ragionevolmente aspettarsi di essere avvertiti dell’utilizzo dei loro dati. E non potranno quindi opporsi: “Gedi non risulta nelle condizioni di garantire i diritti degli interessati; infatti, sia con riferimento agli archivi giornalistici che verranno comunicati in blocco in data 30 novembre 2024, sia nei casi in cui la comunicazione ad OpenAI avverrà contestualmente alla pubblicazione dei singoli articoli, l’esercizio del diritto di opposizione nei confronti delle testate del gruppo Gedi coinvolte non risulta essere effettivo atteso che, in tali ipotesi, l’esercizio dei diritti di cui al Capo III del Regolamento europeo potrà avvenire esclusivamente nei confronti di OpenAI”.
Di qui l’avvertimento al Gruppo Editoriale e alle sue società: “La comunicazione dei contenuti editoriali delle predette testate del Gruppo Gedi a OpenAI potrebbe verosimilmente violare le disposizioni di cui agli articoli 9, 10, 13, 14 e del Capo III del Regolamento Ue 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati”.
risposta del Gruppo
Gedi ha precisato che l’accordo “non ha ad oggetto la vendita di dati personali. L’accordo in questione riguarda la comunicazione di contenuti editoriali, derivanti dall’attività giornalistica, e lo sviluppo di nuove e innovative modalità, tali da rendere accessibili i contenuti editoriali anche attraverso strumenti basati sull’intelligenza artificiale, assicurando al contempo la tutela dei diritti di proprietà industriale e intellettuale delle testate del Gruppo Gedi”. Aggiunge Gedi che “il progetto non è ancora stato avviato: pertanto nessun contenuto editoriale è stato attualmente comunicato a OpenAI e non lo sarà fintanto che non saranno completate le analisi e verifiche in corso”.
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