Vendita dell’Agenzia Agi, c’è un nuovo capitolo che si consuma in poche ore, dalla mattina al pomeriggio del 10 aprile. Al mattino, La Stampa pubblica un trafiletto: “L’Eni mette l’Agi all’asta”. E’ intenzionato cioè a fare un bando di gara e a non considerare soltanto l’offerta di acquisto del Gruppo Angelucci, che fa capo ad Antonio Angelucci, deputato della Lega, titolare già di Libero, Il Giornale e Il Tempo. Nel pomeriggio un portavoce Eni, su richiesta di Professione Reporter, risponde che “Eni smentisce le indiscrezioni di stampa relative all’organizzazione di un bando di gara per la cessione dell’agenzia Agi. Eni conferma che, nonostante la rilevante attenzione mediatica sulla prospettata cessione dell’agenzia, a oggi la Compagnia non ha ricevuto alcuna manifestazione di interesse alternativa a quella attualmente in valutazione, che si ribadisce non sollecitata e non esclusiva”.

attività anomala

Quindi “Eni conferma nuovamente la propria totale apertura a valutare nuove manifestazioni di interesse effettivo. Eni conferma nel contempo la decisione, già adottata da diversi anni e che ha già portato in passato alla valutazione di molteplici altre manifestazioni di interesse, sino a ora non concretizzatesi, di uscire da un’area di attività che gli investitori e il mercato considerano come un’anomalia e che ha richiesto in questi anni un grande sforzo economico, manageriale e organizzativo”.
Secondo La Stampa, l’Eni aveva invece annunciato che la vendita sarebbe stata regolata da un bando di gara. L’esito finale quindi sarebbe potuto anche essere lo stesso, ma raggiunto attraverso una procedura più trasparente. Per molte ore l’Eni non ha confermato e non ha smentito. Poi, la dichiarazione.

grande polo

Angelucci è titolare di Libero, Il Giornale e Il Tempo e l’acquisto di Agi ha fatto pensare alla costituzione di un grande polo d’informazione di centrodestra. I 72 giornalisti dell’Agenzia hanno già fatto quattro giorni di sciopero e una manifestazione in piazza. L’Agenzia Reuters ha scritto di un interessamento ad Agi da parte di Mondadori, ma la Presidente Marina Berlusconi ha smentito.

Il Cdr dell’Agi ha proclamato un nuovo sciopero per l’intera giornata di giovedi’ 11 aprile “e si riserva di mettere in atto altre iniziative di protesta a difesa dell’ indipendenza e del pluralismo dell’informazione primaria”. I redattori dell’Agi -si legge in un comunicato- ancora una volta sono stati messi a conoscenza delle intenzioni dell’editore da una nota stampa e non da comunicazioni ufficiali ai lavoratori. Il Cdr esprime il suo sconcerto per come una delle piu’ grandi multinazionali italiane, partecipata dallo Stato, sta trattando da mesi il futuro professionale e personale di oltre 70 giornalisti, che domandano un percorso trasparente per l’eventuale cessione dell’agenzia di stampa e prende atto come si preferisce una trattativa privata ad un bando di gara, per sua natura strumento piu’ idoneo alla corretta valorizzazione di un’azienda”.

Professione Reporter

(nella foto, la manifestazione del 3 aprile al Pantheon, a Roma)

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