(S.A.) Nel buio delle cellette di un carcere russo, Evan Gershkovich trascorre un altro giorno privo di libertà, imprigionato da un anno ormai.

Il Wall Street Journal, il suo quotidiano, ha pubblicato una pagina bianca con la scritta “La sua storia dovrebbe essere qui”.

Figlio di emigrati ebrei dall’URSS negli anni ’70, Evan Gershkovich è cresciuto negli Stati Uniti, ma ha dedicato gli ultimi sei anni della sua vita a coprire le notizie dalla Russia, offrendo un punto di vista unico e spesso scomodo su uno dei paesi più complessi del mondo.

ristorante di ekaterinburg

L’arresto di Gershkovich è avvenuto il 29 marzo 2023 in un ristorante di Ekaterinburg, nella Russia centro-occidentale, esattamente dodici mesi fa. Un giornalista occidentale accusato di spionaggio in Russia.

Il Wall Street Journal e la Casa Bianca hanno respinto le accuse della Russia, considerandole un pretesto per negoziare lo scambio di prigionieri. Nonostante gli sforzi diplomatici e la pressione internazionale, Gershkovich è ancora trattenuto senza un chiaro sentiero verso la libertà. Il presidente Vladimir Putin ha espresso il desiderio di vedere Gershkovich rilasciato come parte di uno scambio di prigionieri, ma le trattative sono ancora in corso.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato che ci sono stati contatti con gli Stati Uniti riguardo allo scambio di prigionieri che potrebbe coinvolgere Gershkovich, ma ha sottolineato l’importanza della riservatezza nelle trattative. Nel frattempo, Gershkovich rischia fino a venti anni di carcere se condannato, un destino che continua a pesare sulla sua famiglia, i suoi amici e i suoi colleghi.

attacco ai diritti

Il caporedattore del Wall Street Journal, Emma Tucker, ha scritto una lettera ai lettori del giornale, riguardante il caso Gershkovich, attualmente detenuto in Russia da un anno. Tucker sottolinea la determinazione e il coraggio dimostrati da Gershkovich durante la sua detenzione ingiusta, nonostante le prove contro di lui siano deboli e non sia stata data alcuna visibilità al calendario del processo. La detenzione di Gershkovich è vista come un attacco ai diritti fondamentali della stampa libera.

La lettera esprime anche gratitudine per il sostegno ricevuto da parte dei lettori, funzionari governativi, legislatori e organi di informazione, mentre si rinnova l’impegno nel continuare a lottare per la liberazione di Gershkovich e per garantire che nessun giornalista debba affrontare in futuro una sorte simile.

(nella foto, Evan Gershkovic)

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