Numero di febbraio di Voci di dentro, in copertina c’è “Ginnastica con la palla alla scuola militare sportiva di Wünsdorf, estate 1937”. Foto scattata nel 1937 a Wünsdorf (sito militare già a fine Ottocento, poi struttura usata dalla scuola della Wehrmacht e utilizzata per gli allenamenti della squadra tedesca in vista dei Giochi Olimpici del ‘36, infine sede dell’Alto Comando del Gruppo delle Forze Armate Sovietiche in Germania): “L’immagine -scrive il Direttore Francesco Lo Piccolo- ci pare rappresentativa del sistema dispotico che si sta consolidando sempre più per conformare corpi e istituzioni, entrambi immersi in una bolla di inganni, o meglio in una “media sfera” che serve a far digerire e a far diventare accettabile questo sistema fondato su sofferenze e disuguaglianze sociali”. 

“Accettabile” come a Budapest sono diventate le catene al collo e ai piedi di Ilaria Salis, i morti suicidi (20 dall’inizio dell’anno) nelle carceri italiane e i Centri di permanenza per i rimpatri, i morti nel Mediterraneo e sulle rotte balcaniche, i civili massacrati in Palestina e in Israele, in Siria, nello Yemen, in Ucraina, il trionfo dell’industria delle armi. 

Questo numero di Voci di dentro si chiama “Regimi” perché “è regime il carcere che toglie la voce e i diritti delle persone detenute, è regime la guerra che toglie la voce e i diritti di milioni di persone, è regime l’informazione che normalizza, oscura le coscienze e silenzia il dissenso”. 

Fra gli altri, articoli sul tentativo in Parlamento per facilitare le esportazioni di armi, su Barghouti, il Mandela palestinese, su torture, suicidi e amore nelle carceri. 

Voci di dentro è scritto con i detenuti delle Case Circondariali di Chieti, Pescara e Lanciano. 

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