Archiviazione. Finisce così il caso Natangelo, la storia della vignetta su “casa Lollobrigida”, con una signora (evidentemente Arianna Meloni, la sorella della Presidente del Consiglio Giorgia, sposata con il ministro Francesco Lollobrigida) a letto con un uomo di colore. Pubblicata sul Fatto Quotidiano del 19 aprile. Titolo: “Obiettivo incentivare la natalità. Intanto in casa Lollobrigida…”. Lui: “E tuo marito?”. Lei: “Tranquillo, sta tutto il giorno fuori a combattere la sostituzione etnica”.

Lollobrigida il giorno prima aveva detto al Congresso della Cisal: “Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada”.

libertà di satira

Il Presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, ha ritenuto opportuno sollecitare il Consiglio regionale di disciplina dell’Ordine, per verificare se c’erano, nella vignetta, violazioni del Testo unico dei doveri del giornalista. Suscitando molte polemiche, nel nome della libertà di satira.

Il Consiglio di disciplina -come dovuto- per due volte ha convocato Mario Natangelo, che per due volte non si è potuto presentare. Il suo avvocato, Cristina Malavenda, nota esperta di questioni editoriali, legale da anni anche del Corriere della Sera, ha mandato una memoria. Il 20 giugno il collegio designato dal Consiglio di disciplina ha deciso per l’archiviazione: nella sua vignetta, Natangelo non ha violato alcuna norma della  deontologia professionale, ha stabilito. La decisione è stata comunicata all’interessato.

“vita stracciata”

“Quella ritratta nella vignetta è Arianna -aveva detto Giorgia Meloni- Una persona che non ricopre incarichi pubblici, colpevole su tutto di essere mia sorella. Sbattuta in prima pagina con allusioni indegne, in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna, una madre, una persona la cui vita viene usata e stracciata solo per attaccare un governo considerato nemico. E il silenzio assordante su una cosa del genere, da parte di quelli che dalla mattina alla sera pretendono di farci la morale, dimostra plasticamente la malafede della quale siamo circondati. Ma se qualcuno pensa di fermarci così, sbaglia di grosso. Più sono circondata da questa ferocia, più sono convinta di dover fare bene il mio lavoro. Con amore. La cattiveria senza limiti la lasciamo agli autoproclamatisi ‘buoni’”.

E il senatore Matteo Renzi: “Il Fatto Quotidiano ha come marchio di fabbrica l’aggressione. E oggi aggredisce Arianna Meloni e la sua famiglia, cui va la mia totale solidarietà. L’aggressione mediatica alla persona, alla famiglia, soprattutto alla donna: oggi è la Meloni, ieri eravamo noi, domani saranno altri. Questo è lo stile – si fa per dire – del Fatto Quotidiano”.

“Nuovo minculpop”

Il Fatto Quotidiano il 21 aprile aveva rilanciato, dedicando la sua prima pagina alla vicenda, con il titolo: “Il nuovo Minculpop ha il terrore delle vignette”. Il Minculpop era la sigla del Ministero della Cultura Popolare durante il fascismo. E aveva annunciato per il giorno dopo un inserto speciale: “Tutto Nat”. Al centro della prima pagina c’era, intanto, un’altra vignetta di Natangelo, “riparatoria”, secondo la didascalia. Di nuovo “casa Lollobrigida”, ma stavolta a letto c’è il ministro e non più l’uomo di colore. Lui: “Come dici cara?”. Lei: “Mah, preferivo la vignetta di prima… No, gnente, bonanotte, France'”.

Natangelo è napoletano, ha 38 anni, collabora con il Fatto dalla fondazione (2009).

(nella foto, la vignetta sotto inchiesta)

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