“Infami, carogne. Pagherete tutto”. È quanto scritto nella lettera recapitata ad Arzano (Napoli) al cronista del Roma Giuseppe Bianco. La missiva, inviata al suo indirizzo di casa, è stata consegnata al Comune assieme ad altre minacce dirette all’Amministrazione.

“È molto probabile che le minacce siano partite per l’inchiesta che il giornalista sta conducendo sulle pompe funebri e i legami con i clan -scrivono in un comunicato Fnsi e Sindacato unitario giornalisti Campania- Segnaleremo il caso al Prefetto e al ministero dell’Interno, chiederemo garanzie sulla sicurezza dei colleghi che continuano a illuminare un territorio dove la pressione della camorra è più forte che altrove”.

Il 5 ottobre scorso c’è stata a Napoli una conferenza stampa di Fnsi e Sugc con Mimmo Rubio, sotto scorta per le intimidazioni subite dalla camorra. Rubio, giornalista ad Arzano,  ha ricevuto minacce nel 2018 per il suo lavoro di inchiesta e denuncia della criminalità.

A tre persone sono stati notificati altrettanti avvisi di conclusione delle indagini: “Due di questi sono già in galera, ora arriva qualche speranza dalla giustizia -ha spiegato Rubio- Noi non siamo eroi, siamo solo cittadini che cercano di fare il proprio lavoro. Confrontandoci con le minacce, la precarietà del lavoro e le ristrettezze economiche, persino con alcuni colleghi che cercano di delegittimarci. Quando lavoravo per un giornale queste minacce non le ricevevo”. Il segretario del Sindacato campano, Claudio Silvestri, ha detto che ci sono 10 giornalisti sotto tutela nella sola provincia di Napoli e ha ricordato lo sportello messo a disposizione dei colleghi minacciati: “Le istituzioni devono sostenere le iniziative a tutela dei colleghi che subiscono intimidazioni. I media, locali e nazionali devono tornare a illuminare i territori infestati dalla criminalità. In alcune zone del nostro Paese lo Stato è stato sostituito dall’antistato. Fare informazione in quelle aree, senza tutele, è pericoloso e molto difficile”.

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