Pagine 34 e 35 de la Repubblica del 15 luglio.

Necrologi per Eugenio Scalfari. 

Alcuni, netti come haiku giapponesi. “Ci hai insegnato la serietà e il divertimento di questo mestiere”, scrive Dario Cresto-Dina, già vicedirettore di Repubblica. “Scalfari, da cui tutti abbiamo imparato, a cui tutti dobbiamo qualcosa”, scrive Bruno Manfellotto, già direttore dell’Espresso. 

“Buon vento”, augura a Eugenio Stefano Mignanego, per quasi quarant’anni in posti di alta responsabilità (Comunicazione, Relazioni Esterne) nel Gruppo Espresso e figlio di Piero Ottone, velista come lui. Ottone, che fu brevemente rivale di Scalfari alla guida del Corriere della Sera. Gianni Riotta ricorda “con gratitudine e affetto”, è vicino alla famiglia e data l’obituary da Odessa, dove evidentemente si trova. Snobismo, voglia di distinguersi (tutti gli altri sono a Roma o Milano o a Garavicchio, come la famiglia Caracciolo), o amor di precisione, come Scalfari sempre ammoniva. 

meno scontati

Necrologi di lavoratori, i meno scontati. I dimafonisti e i tipografi pescano Whitman: “O capitano, mio capitano”. E poi: “Ci mancherà la sua voce che ogni sabato ci dettava l’articolo di fondo”. La segreteria di redazione: “Sei stato la nostra storia, il nostro lavoro, l’impegno di ogni giorno, con gioia e orgoglio”. E tutti i nomi di battesimo: Mauro, Giancarlo, Fabio, Stefania, Fabrizio, Ekaterina, Paola, Oriana, Paola, Alessandro, Paolo, Cristina, Pierluigi, Simona, Clara. I grafici di Repubblica: “E’ stato un privilegio disegnare le pagine attorno alle tue idee, il tuo giornale e le tue parole. Grazie”. I redattori, che occupano una colonna intera: “Siamo tutti tuoi allievi”.

I piani alti. Il governatore, Ignazio Visco e i membri del Direttorio della Banca d’Italia: Scalfari, “da sempre vicino all’Istituto, anche in momenti difficili e controversi”. Carlo De Benedetti: “Legati da una certa visione dell’Italia, condivisa negli ultimi 50 anni”. Fabiano Fabiani e famiglia: “Felici di essere stati suoi amici”.  

far comprendere

Lo spettacolo e la moda. Roberto Benigni e Nicoletta Braschi ricordano i momenti trascorsi con Eugenio, Renzo Arbore ricorda “con immenso dolore la sua antica amicizia e ammirazione per il grandissimo Eugenio Scalfari”. A Giorgio Armani mancherà “la sua capacità di leggere l’oggi per farlo comprendere a tutti”.

Serena, Enrica, Donata con Ettore e Simone hanno annunciato la scomparsa del marito, papà, suocero e nonno, sottolineando che “se n’è andato nel giorno che amava di più, il 14 luglio, resa della Bastiglia. Con lui abbiamo trascorso una vita speciale, piena di allegria, sentimenti e pensieri”. L’attuale proprietà di Repubblica, Elkann, Perrone, Scanavino, i membri del Consiglio di amministrazione e del Collegio sindacale definiscono il fondatore di Espresso e Repubblica “raffinato scrittore e maestro di giornalismo”. L’attuale direttore, Maurizio Molinari, ringrazia Scalfari “per l’eredità di un giornale di qualità, innovazione e riforme che ci ha lasciato”. Scrivono anche tutti gli altri successori, Mauro, Calabresi, Verdelli, che lo chiama “Capitano per sempre”. 

Professione Reporter

(nella foto, Eugenio Scalfari nella redazione di Palermo di Repubblica, 2012)

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