Diede lui la notizia del rinvenimento del corpo di Aldo Moro in via Caetani all’interno di una Renault 4 il 9 maggio del 1978, dopo 55 giorni di prigionia.

Giorgio Lascaraky è morto a Roma a 96 anni, lo chiamavano il “Principe della nera”. Per anni ha seguito gli eventi e i fattacci della capitale dalla sala cronisti della Questura di Roma.

Quella mattina dalla Questura fu lui a chiamare il giornalista della televisione privata romana GBR Franco Alfano, indicandogli la via e l’auto dove la polizia aveva trovato il cadavere dello statista democristiano. Alfano fu il primo giornalista ad arrivare sul posto, prima che la strada venisse chiusa dalle forze dell’ordine. Si assicurò le uniche immagini del tragico evento.

Lascaraky aveva cominciato a esercitare la professione a 18 anni il 4 luglio del 1945, sulle pagine del quotidiano Italia Libera. Era poi passato a Momento Sera, Paese Sera e, dal 1954, al Tempo di Renato Angiolillo.

Dalla sala cronisti della Questura di Roma per anni ha lavorato per diverse testate, come per il Gr della Rai, per il quale assicurava la copertura della “nera” per il Gazzettino del mattino. Ha ricordato Pierluigi Franz, presidente del Sindacato cronisti romani: “Chiamava la sala operativa della Questura all’alba, tutti i giorni, senza mai saltare una domenica o un festivo. Lascaraky ha formato generazioni di giornalisti ed ha attraversato tutti i fatti di cronaca della capitale: dagli anni del dopoguerra, agli atroci anni di piombo fino ad arrivare agli anni 2000. Ha continuato a lavorare fino a 90 anni”. 

Lascia due figli, Flaminia e Marco e tre nipoti, Arianna, Paloma e Olivia. 

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