Il colpo televisivo, in questo tragico periodo di guerra, lo fa un talk show senza divismi e protagonismi: Zona bianca, su Rete 4, Mediaset. 

La sera di domenica 1° maggio ospita il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, per la prima volta intervistato da una emittente europea. Lavrov in 45 minuti dice cose pesanti e terribili sull’Italia, sugli ebrei, sul massacro di Bucha. Tanto da costringere i giornali e i siti a metterlo in evidenza. 

E scatena un durissimo il dibattito sui limiti dell’informazione in tempo di guerra. Il presidente del Consiglio Draghi nella conferenza stampa sul Dl Aiuti, dice: “Quello che Lavrov ha detto è aberrante e nella parte su Hitler osceno. Si è parlato di intervista, ma in realtà è stato un comizio. Bisogna chiedersi se è accettabile di invitare una persona che chiede di essere intervistato senza nessun contraddittorio. Non è granché professionalmente, fa venire in mente strane idee”. Pd e Italia Viva accusano Zona bianca di aver fornito un palco alla propaganda russa. Il segretario del Pd, Enrico Letta, attacca su Twitter: “‘Buon lavoro, ministro Lavrov’. L’abisso. Ma quel che è più grave è che la vicenda dello spot da propaganda di guerra antiucraina stia passando, con solo pochi scossoni. Siamo così pochi a pensare che non sia possibile, nè accettabile? E che sia un’onta per l’Italia intera?”. Il segretario Pd chiude con l’hashtag #Retequattro. Il deputato Pd Filippo Sensi chiede la convocazione alla Farnesina dell’ambasciatore russo.

“prendere posizione”

Ivan Scalfarotto di Italia Viva, sottosegretario agli Interni, dice che “l’informazione deve rappresentare la diversità di opinioni che esiste nella società, ma non è tenuta a farlo in modo notarile: conduttori e giornalisti possono e devono prendere posizione”. Nel sottotesto c’è naturalmente l’idea che una tv di Berlusconi, ex amico di Putin, conceda benevolenza al regime russo.

Dentro Forza Italia, il partito di Berlusconi, tuttavia non c’è unità di voci. Il deputato Elio Vito osserva: “Il soliloquio di Lavrov a Rete 4 non è stato solo un grave errore ma un mancato rispetto della risoluzione del Parlamento europeo e delle relazioni del Copasir”. Si complimenta invece con Mediaset, su Instagram, il deputato Andrea Ruggieri: “Un colpo straordinario. Ascoltare il delirio di Lavrov è utilissimo per milioni di spettatori italiani, capaci oggi più di ieri di intuire a che livello lunare sia la propaganda russa e che pericolo rappresenti per tutti noi”. Maurizio Gasparri, sempre Forza Italia, afferma che “le domande a Lavrov sono state puntualmente fatte”. Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia dice: “E’ grazie alla libertà di stampa e di parola se oggi gli italiani comprendono meglio le ragioni per le quali è necessario difendere l’Ucraina”, mentre fonti della Lega dichiarano che “la censura non ci piace, va combattuta all’estero e men che meno è auspicabile e augurabile in Italia”.

“montagna di fake”

Il presidente del Copasir Adolfo Urso (Fratelli d’Italia) fa sapere che “è già prevista una specifica istruttoria anche con le audizioni dei vertici di Agcom e Rai. L’intervento di Lavrov, per le modalità in cui è avvenuto e per la montagna di fake news che ha propinato, conferma le nostre preoccupazioni. Lo avevamo evidenziato nelle nostre relazioni al Parlamento sulla modalità con cui la Russia agisce per condizionare le democrazie occidentali: la disinformazione è uno dei principali strumenti, come la guerra cibernetica e lo spionaggio”.

La risposta di Mediaset arriva con le parole di Mauro Crippa, direttore generale informazione: “Le deliranti affermazioni del ministro Lavrov rivestono particolare importanza perché confermano la mancanza di volontà da parte di Putin di arrivare a una soluzione diplomatica. Il pluralismo dell’informazione e le buone regole del giornalismo suggeriscono sempre di ascoltare tutte le voci, anche quelle più controverse e divisive. Ma questo, come nel nostro caso, non significa condividerle”.

armi ultrasoniche

Che ha detto Lavrov? Accuse all’Italia, “in prima fila contro la Russia, per noi è stata una sorpresa”. Sulla guerra nucleare: “Non si può sottovalutare questo rischio”. Sul presidente ucraino Zelenski: “Portatore di idee naziste e antisemite, nonostante sia ebreo. Anche Hitler aveva origine ebree”. Sul massacro di Buicha: “La verità è solo una: il 30 marzo, i militari sono usciti da Bucha, il sindaco ha dichiarato la vittoria e che la città era tornata a una vita normale. Poi dopo tre giorni hanno cominciato a far vedere questi morti. Non voglio approfondire, ma è talmente evidente che è un fake”. Sulle armi ultrasoniche: “Le abbiamo sviluppate per difenderci contro un possibile attacco dall’Occidente. Noi eravamo pronti a parlare con gli Usa per un nuovo accordo sulla stabilità strategica, ma la controparte americana ha interrotto i negoziati”. Sul gas russo: “Secondo lo schema ideato dal Cremlino, nulla cambia per gli importatori di gas. Noi lo considereremo pagato solo dopo la conversione della valuta in rubli”. Per la frase sulle origini ebree di Hitler -non accertate dagli storici- Israele ha convocato l’ambasciatore russo: “Ci aspettiamo che Lavrov chieda scusa”, ha detto il ministro degli esteri Yair Lapid.

trent’anni

L’intervista a Lavrov è stata fatta dal conduttore di Zona Bianca, Giuseppe Brindisi, giornalista nelle reti di Berlusconi da trent’anni, avendo attraversato Studio Sport, Studio Aperto, Verissimo, Tg5, Stasera Italia, Tg4. Brindisi ha ribattuto a Lavrov sul massacro di Bucha, non ha replicato alla questione di Hitler ebreo. Alla fine congeda Lavrov così: “Le auguro buon lavoro. E spero che la pace arrivi presto”.

Pugliese di Modugno (Bari), 60 anni, Brindisi ha modi garbati, con tutti gli ospiti, pur esprimendo sempre le sue opinioni. Zona Bianca, curata da Siria Magri con la collaborazione di Emanuela Fiorentino, va in onda ogni settimana dall’aprile 2021. Ogni settimana significa che non ha mai interrotto le trasmissioni, né d’estate, né -come dimostra la puntata con Lavrov- il 1° maggio. All’inizio la programmazione era il mercoledì sera, dove Zona Bianca inseguiva da vicino l’audience di Non è l’arena con Massimo Giletti (La7). Giletti si era spostato dalla domenica sera al mercoledì, ma lo scorso febbraio è tornato alla domenica e Mediaset ha deciso di spostare Zona bianca alla domenica. Marcatura a uomo.

prime donne

Anche in questa collocazione lo share di Brindisi è a ridosso di Giletti (la sera del 1° Maggio ha fatto record: 6,45 per cento contro 6,71). Zona bianca è il primo talk show di Mediaset regolarmente sopra al 4 per cento la domenica sera. Brindisi si è schierato nettamente a favore dei vaccini (e ha ricevuto fortissime minacce sui social da parte dei no-vax) e contro l’invasione russa in Ucraina. Nella rete si confronta con prime donne come Barbara Palombelli, Veronica Gentili, Paolo Del Debbio, Nicola Porro, Mario Giordano, Gianluigi Nuzzi.

A Zona bianca, la scorsa settimana è stata ospite Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo. Nelle scorse settimane Brindisi ha ospitato la vice premier ucraina Iryna Vereshuchuk, l’ex premier ucraino Porosenko, i sindaci di Kiev e di Bucha. Nella stessa puntata del 1° maggio c’era anche l’intervista a Giulia Schiff, 23 anni, originaria di Mira (Venezia), ex pilota dell’Aeronautica militare, che dall’inizio della guerra è a Kiev come volontaria -unica donna- nelle Forze Speciali della Legione Internazionale in Ucraina. “L’intervista a Lavrov -ha detto Brindisi dopo le polemiche- per me è una medaglia. Inviterei anche Putin. Credo da giornalista di aver fatto il mio mestiere, portare a casa il maggior numero di notizie e alla fine mi sembra di averne portate un bel po’ e anche importanti”.

Professione Reporter

(nella foto, Giuseppe Brindisi)

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