E’ scontro duro fra i giornalisti e Monti-Riffeser, il presidente della loro società, nonché della Federazione nazionale degli editori del settore quotidiani. Tre giorni di sciopero, il primo già attuato domenica 3 aprile. Li ha decisi il Coordinamento dei Comitati di redazione di Qn, Quotidiano.net, il Resto del Carlino, la Nazione e Il Giorno. Motivo: la decisione di tagliare drasticamente la foliazione del lunedì, impoverendo i fascicoli di cronaca nazionale, sportivi e di cronaca locale.

«Nei tavoli con l’azienda – spiegano i rappresentanti sindacali – i Cdr hanno tentato invano di porre un argine all’ennesimo ridimensionamento dei giornali deciso dall’editore Andrea Riffeser Monti che, non sazio di un piano di crisi che prevede decine di prepensionamenti, di un pesante regime di cassa integrazione del corpo redazionale, chiede ancora sacrifici ai giornalisti, riducendo al minimo le presenze domenicali e massacrando il giornale del lunedì, come già avvenuto al Giorno. Tutto questo ingannando i lettori con campagne pubblicitarie fasulle, annunciando più pagine quando in realtà vengono più che dimezzate».

La Federazione nazionale della stampa affianca l’azione sindacale delle redazioni. Si preannunciano altre forme di protesta..
Monti ha replicato: “Le iniziative di riduzione del costo del lavoro sono necessarie per garantire la continuità aziendale e per far fronte all’aumento insostenibile dei costi delle materie prime. Il costo della carta, dell’energia, delle lastre, è aumentato più del doppio in questo ultimo periodo. Il piano di prepensionamenti, al contrario di quanto viene riferito, deve essere visto come un’opportunità. L’azienda, a fronte di investimenti cospicui, è riuscita ad ottenere l’accesso al beneficio pensionistico per numerosi giornalisti, che hanno lasciato il testimone a tantissimi nuovi assunti, inseriti anche nella neonata redazione web, che conta ormai più di 34 unità. Confido che tale iniziativa sindacale del tutto inaspettata, che peraltro mi risulta non condivisa da tutte le redazioni, possa essere ancora revocata per il bene delle nostre testate storiche e per i lettori. Sono profondamente deluso, perché tale iniziativa appare non solo inopportuna, ma anche ingiusta, soprattutto perché si colloca in un momento difficilissimo per le nostre aziende e per l’intero settore che mi pregio ancora di presiedere come Fieg”.

Il sindacato ha controrisposto: ”Investimenti non se ne sono visti e nella nuova redazione web non ci sono stati ancora inserimenti, anzi per ora non è altro che una sommatoria dei redattori che già lavoravano a internet. Prepensionamento in questa azienda non vuole dire rinnovamento: il giornale è pieno di articoli firmati dai pensionati, alcuni dei quali continuano a frequentare le sedi del giornale, con tanto di ufficio e stipendio, in barba a ogni regola. Siamo noi a essere delusi dall’editore, che ogni mese ci chiede tagli e intanto pensa a come riscuotere il suo milionario Trattamento di fine rapporto, attingendo dalle casse dell’Editoriale Nazionale: risulta dai bilanci. E’ ora di dire basta a questa politica che attinge da una parte alle nostre buste paga e dall’altra a fondi statali, e per questo ribadiamo lo sciopero in tutte le redazioni dei nostri giornali (Uor del web compresa), diffidando chiunque dall’aggiornamento dei siti internet delle testate in sciopero. Ai colleghi diciamo che lavorare oggi sarebbe uno sgarbo ai lettori (il prodotto in edicola in tutte le regioni sarebbe penoso) e alla loro professionalità, in un momento nel quale l’unità del corpo redazionale è fondamentale. L’unica strada per revocare lo sciopero è tornare già da oggi alle edizioni complete, senza accorpamenti”.

(nella foto, Andrea Monti-Riffeser)

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