I corrispondenti dall’estero della Rai chiedono all’Azienda di riprendere le trasmissioni di notizie da Mosca. Come hanno fatto le principali reti internazionali.

“Da quasi tre settimane l’azienda ha deciso di sospendere le corrispondenze dalla sede di Mosca. Una decisione cautelare, dovuta all’entrata in vigore sul territorio della Federazione Russa di nuove norme che restringevano fortemente le libertà di stampa per chiunque operasse nel settore dell’informazione in lingua russa. La condanna dei corrispondenti esteri verso queste decisioni limitative delle libertà di espressione nella Federazione Russa è  senza riserve. Ma con il passare dei giorni la decisione aziendale di fermare la produzione informativa dalla sede di Mosca appare non più giustificata dai fatti”. Così scrivono i corrispondenti esteri Rai, in una  nota diffusa dall’Usigrai.

“Tutti i principali network internazionali hanno ripreso il flusso informativo da Mosca con i propri corrispondenti o con i propri inviati!”, proseguono i giornalisti, che esprimono “piena solidarietà al collega Marc Innaro e a tutti i colleghi fatti oggetto di critiche pretestuose da settori della politica e dell’editoria”. Auspicano che “la Rai non ceda a pressioni improprie provenienti dall’esterno”, chiedendo che “i vertici aziendali tutelino il buon nome dei propri dipendenti e che al più presto la Rai riprenda a informare dalla Russia con i suoi corrispondenti della sede di Mosca – osservatorio strategico come non mai in questo momento storico – e con i suoi inviati sul campo”.

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