Ci sono due tracce che possono spiegare la sostituzione-lampo alla direzione di Oggi di Umberto Brindani con Carlo Verdelli. 

Una sostituzione-lampo e inattesa, che ha colto di sorpresa tutti gli interessati. Lunedì 18 gennaio i giornalisti di Oggi che hanno parlato con Brindani lo hanno trovato tranquillo e sorridente, una giornata come tante. Poi è arrivato il fulmine, la rimozione dalla gestione del settimanale, dopo dodici anni. Qualcosa è successo, non si cosa e Urbano Cairo ha deciso di richiamare al comando Verdelli. 

stupefatti e contrariati

Il Comitato di redazione ha scritto che i giornalisti di Oggi sono “stupefatti e contrariati per le modalità con cui l’azienda ha risolto il rapporto di lavoro” e ha denunciato la violazione del contratto di lavoro, che prevede che il sindacato venga avvertito almeno con 72 ore di anticipo su qualsiasi provvedimento organizzativo che coinvolga la redazione. “Direttore di grande esperienza e umanità -scrive il Cdr- Brindani ha saputo  incarnare al meglio lo spirito di Oggi realizzando numero dopo numero il mix ideale di spettacolo e attualità, servizio e personaggi, che caratterizza il nostro familiare, ricevendo sempre il gradimento dei lettori”. Cairo al Cdr ha anche precisato che Brindani non assumerà un altro incarico nel gruppo. Crudo e fuori da ogni prassi, con un direttore di lungo corso e buoni successi. Nell’articolo sul Corriere della Sera che annuncia l’avvicendamento si parla diffusamente del valore di Verdelli, poi nelle ultime tre righe Cairo ringrazia gelidamente Brindani “per l’impegno profuso in questi anni”.

sito separato

Nel comunicato della Rcs, si auspica ora che il nuovo direttore sviluppi ulteriormente “il sistema multimediale” di Oggi. Qui c’è una prima traccia. Brindani non era favorevole al digital first. Sotto la sua gestione il sito era ben separato dal giornale di carta ed era nelle mani di Roberto Beccari, che confezionava un prodotto più gossip e personaggi. La direzione Brindani produceva buoni risultati, 125 mila copie solo cartacee, 190 mila cartaceo più digitale. E un buona raccolta di pubblicità: nel 2021 il budget è stato raggiunto in anticipo. Per Cairo non era abbastanza, su questi fronti.

Cairo ha più volte annunciato che il futuro dell’informazione è digitale e ha celebrato le performance in questo campo del suo Corriere della Sera. Verdelli, quando è stato vicedirettore del Corriere della Sera, all’alba del secolo corrente, diede un forte impulso allo sviluppo del sito di via Solferino. E’ stato insomma uno dei primi giornalisti italiani a comprendere al volo l’importanza dell’informazione sul web.

colto e popolare

Seconda ipotesi: Brindani faceva un settimanale in ottimo equilibrio fra il registro popolare e quello più colto. Cairo, che è editore di molti giornali popolari, scegliendo un giornalista di vertice come Verdelli dimostra di orientarsi più verso l’informazione raffinata e innovativa. E capace di attrarre più pubblicità. Verdelli è stato nella direzione appunto del Corriere, direttore della Gazzetta dello Sport, direttore di Repubblica e anche esperto di settimanali, avendo diretto Sette del Corriere e Vanity Fair (oltre alla breve esperienza come direttore editoriale per l’offerta informativa Rai). Sui suoi progetti Verdelli ha detto che è meglio non dire niente quando inizi e niente quando finisci. Si parla nel mezzo”. 

nozze a colori

Oggi ha 31 giornalisti, un sistema di cui fanno parte anche Oggi cucino, Sano & leggero e Oggi enigmistica. Ha una storia gloriosa, Fondato nel 1939 da Angelo Rizzoli, primi direttori Arrigo Benedetti e Mario Pannunzio. Fra i collaboratori Elsa Morante, Ennio Flaiano, Tommaso Landolfi, Vitaliano Brancati. Nel dopoguerra è diretto da Edilio Rusconi. Si segnala per l’intervista al bandito Salvatore Giuliano, latitante dopo la strage di Portella della Ginestra, per il sevizio fotografico a colori sulle nozze di Elisabetta d’Inghilterra. Sempre sul mezzo milione di copie. Poi è diretto da Lamberto Sechi, da Vittorio Buttafava, dal ’64 al ’76 e arriva al milione di copie. Quindi Paolo Occhipinti. E Brindani, che nel pezzo d’addio ha chiuso così: “A tutti voi, lettrici e lettori, chiedo solo una cosa: continuate a fidarvi del vostro giornale e delle persone che lo confezionano ogni settimana. Credetemi, loro sono il meglio che c’è.

(nella foto, Carlo Verdelli)

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