Inchiesta sulle minacce, anche di morte, contro l’inviato de la Repubblica Paolo Berizzi: dopo quasi tre anni di indagini, la procura di Bergamo ha notificato l’avviso di chiusura indagine a tredici persone. Carabinieri e polizia postale di Bergamo, coordinati dal pm Emanuele Marchisio, hanno identificato – dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte alla Toscana al Lazio – i server da cui sono partite le aggressioni telematiche al giornalista, spesso da profili anonimi.

Nelle perquisizioni nelle abitazioni le forze dell’ordine hanno sequestrato pc, telefonini, memorie usb, volantini di associazioni nazifasciste, bandiere con croci celtiche e svastiche, un’ascia. Documentati anche rapporti con ultrà di estrema destra delle curve e tifoserie calcistiche. Per i tredici indagati – c’è anche un insospettabile imprenditore noto negli ambienti di Inter e Milan – il pm chiederà la citazione diretta a giudizio.

Da anni Paolo Berizzi è oggetto di minacce e atti intimidatori per il suo lavoro sull’estremismo di destra. Sedici procedimenti sono aperti in diverse procure, dal 2017 a oggi. Dal febbraio 2019 Berizzi è l’unico cronista europeo sotto protezione per minacce neofasciste e neonaziste.

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