La nuova direttrice del giornale simbolo della Spagna democratica ha preso il posto di Javier Moreno, in carica dal 2020 e già direttore tra il 2006 e il 2014. Per El País si tratta di tre cambi di gestione in quattro anni. Bueno sarà la seconda donna a capo del quotidiano dopo l’esperienza di Soledad Gallego-Díaz, in carica tra il 2018 e il 2020.
pericoli da affrontare
Un’altra donna al vertice dell’informazione dopo le ultime nomine di Alessandra Galloni a capo della Reuters e Sally Buzbee al Washington Post, mentre dal 2015 al Guardian c’è Katharine Viner. In Italia le donne direttrici sono ancora poche: c’è Agnese Pini alla Nazione, Norma Rangeri al Manifesto, Lucia Annunziata ha guidato l’Huffington Post dal 2012 al 2020. Poco meglio in Rai: Teresa De Santis è stata direttrice di Rai Uno, Daniela Brancati, Bianca Berlinguer e Giuseppina Paterniti al Tg 3.
materia prima essenziale
In una recente intervista al periodico InfoLibre, Bueno si è espressa riguardo lo stato della professione giornalistica e i pericoli che sta affrontando: “Sono preoccupata del grado di polarizzazione e settarismo che rileviamo in questo momento nella società, non solo nei partiti politici, perché è in grado di contaminare anche l’esercizio di una professione (il giornalismo ndr) che se vi cade muore”. Considerato il fatto che i giornalisti hanno le loro idee e che non possono essere completamente messe da parte, secondo Bueno “è indispensabile rimanere fedeli ai fatti ed essere sempre onesti. I fatti sono la materia prima essenziale del nostro lavoro e se vengono influenzati dalla polarizzazione è preoccupante. Questo già avviene, non nella maggior parte dei casi ma sempre più spesso. Bisogna avere rispetto per i fatti, che non hanno necessariamente bisogno del punto di vista di una persona o di una parte della società per essere raccontati. Viviamo in un momento appassionante della storia, un momento critico di passaggio”.