Il manifesto ha deciso di disabilitare FLoC sul suo sito. Lo ha annunciato sulla sua news letter “Lunedì Rosso”.
Ma cos’è FLoC? Federated Learning of Cohorts: è il nuovo sistema di tracciamento degli utenti che Google sta sperimentando su Chrome per sostituire i cookies. In sostanza, il manifesto protegge i suoi lettori dalle possibili violazioni della privacy motivate da interessi della pubblicità.
Cosa sono i cookies? Piccoli file di testo che -gestiti da terze parti (cioè da società diverse da quella del sito che si sta visitando)- possono raccogliere dati sugli utenti e incrociarli con quelli raccolti su altri siti. Con conseguenze per la privacy e la tutela dei dati personali. Ad esempio, se qualcuno ascolta un podcast o guarda un video potrebbe involontariamente comunicare ai gestori di piattaforme esterne (come Spotify, Vimeo o Youtube) che ha ascoltato quella puntata o visualizzato quel contenuto.

un preciso ritratto

Scrive Matteo Bartocci, direttore editoriale del manifesto: “Sebbene Google abbia dichiarato che la sperimentazione di FLoC non sarebbe stata disponibile sui siti dell’Unione europea soggetti al GDPR (regolamento europeo sulla protezione dei dati), abbiamo preferito difendere a priori i lettori, anche quelli extra Ue. Secondo i sostenitori della privacy, infatti, FLoC potrebbe rappresentare un pericolo per i dati degli utenti. Il sistema raccoglie i dati dei navigatori in piccoli gruppi di poche migliaia di persone (coorti) che hanno tra loro gusti simili e comportamenti simili. E’ un metodo di profilazione comportamentale dunque apparentemente indiretto ma, vista la pervasività dei dati conosciuti da Google e dai suoi diversi prodotti (Youtube, Maps, sistemi Android, Gmail, Search, Chrome, solo per citarne alcuni) e l’onnipresenza di Google nella Rete, solleva più di un interrogativo. FLoC potrebbe scattare in modo automatico un ‘ritratto’ molto preciso e dettagliato da cui gli utenti non avrebbero modo di difendersi”.

 

Spiega Bartocci che il manifesto è in buona compagnia: anche il britannico Guardian ha disabilitato FLoC. Anche Amazon l’ha fatto, ma “per motivi diversi: non voleva rischiare di condividere gratis con Google i gusti di acquisto dei propri gigabilioni di consumatori”.

ilmanifesto.it -prosegue Bartocci- non ospita pubblicità programmatica, non profila gli utenti e non personalizza i contenuti a seconda dei dati di navigazione: “E’ un sito dedicato alla lettura, al commento, all’approfondimento, alla scoperta di un punto di vista originale rispetto all’informazione mainstream controllata da padroni e grandi piattaforme. il manifesto digitale mette al centro i lettori e si finanzia esclusivamente con gli abbonamenti e con una parte del contributo pubblico all’editoria. Proprio il 24 giugno, Google ha annunciato che sposterà in avanti di almeno due anni l’abbandono definitivo del sistema dei cookie di ‘terze parti’, segno che forse le sue nuove sperimentazioni sulla profilazione non garantiscono ancora al meglio il gigantesco mercato della pubblicità on line, per larga parte dominato, in tutto il mondo, proprio dai prodotti e dalle offerte di Mountain View”.

(nella foto, la redazione del manifesto)

LASCIA UN COMMENTO