(A.F.) Altro giro, altra corsa. La Rcs Periodici (Oggi, Amica, Dove, IoDonna, Abitare e altri) ci riprova. Appena finito il ciclo del contratto di solidarietà lo scorso 22 gennaio, il prossimo giugno potrebbe scattare la cassa integrazione con il taglio del 30% dello stipendio. Lo chiede l’editore Urbano Cairo che lamenta un esubero di organico pari a 38 unità, su 134 giornalisti, condizione necessaria quanto sufficiente per accedere ai benefici della cassa per i prossimi 19 mesi, fino a gennaio 2023, per i 125 giornalisti sopravvissuti.

Il Comitato di redazione sottolinea che la professionalità dei giornalisti ha permesso nell’anno passato una performance di mercato migliore rispetto ai competitor. Per questo  “si impegna a non proseguire alcuna trattativa sindacale finché questo piano di riorganizzazione non verrà ritirato”.

servizi condivisI

Secondo il Cdr la richiesta dell’editore “mette a rischio non solo la qualità dei nostri giornali, ma anche la loro uscita in edicola e la pubblicazione online”, perché oltre agli esuberi, si parla anche di “una condivisione trasversale di servizi tra le diverse redazioni”.

Tutto ciò – prosegue l’organismo sindacale – a fronte di un bilancio del Gruppo in attivo, nella totale assenza di un piano di sviluppo industriale e di nuovi progetti che i giornalisti chiedono da tempo”. Obiettivi questi che “peraltro rendono indispensabili nuove assunzioni di giornalisti, non certo dei tagli. Quello che viene proposto dall’azienda, invece, è una presunta trasformazione digitale che ha come solo fine il perseguimento di logiche di marketing e la presenza sui social. Inutile dire che gli investimenti previsti nei 19 mesi del piano, pari a 1,9 milioni di euro, risultano del tutto inadeguati” e al contempo mancano “progetti in grado di fornire strumenti adeguati per affrontare le sfide degli anni a venire, che diano slancio e assicurino una proiezione verso il futuro alle nostre testate”.

fatturato ridotto

Nell’anno della terribile pandemia, il gruppo che fa capo a Urbano Cairo ha perso quasi un quinto del fatturato: 174 milioni di euro scomparsi soprattutto per i tagli a eventi sportivi e investimenti pubblicitari. Eppure Urbano Cairo, l’editore di Rcs, dovrebbe proporre all’assemblea dei soci di fine aprile di distribuire 8 milioni di euro di dividendi, di cui quasi 5 milioni spetteranno a lui, visto che controlla il 60 per cento delle quote.

Lo scorso anno i dividendi totali di Rcs Mediagroup erano di 31 milioni di euro (18 e mezzo spettanti a Cairo). Inoltre, secondo calcoli sindacali da quando è al comando del gruppo il presidente e ad Cairo si è assegnato compensi e premi  per 9,3 milioni di euro dal 2017.

Per conquistare il controllo del Corriere della Sera, Cairo ha speso nell’estate del 2016 ben 130 milioni di euro in cash, ma in cinque anni si sarebbe ripreso parte di quella somma, circa 33 milioni di euro. Il suo braccio destro Marco Pompignoli, il manager che condivide la responsabilità delle finanze con quella del personale, ha avuto l’anno scorso uno stipendio di 840 mila euro, che porta così a quasi 3 milioni il totale delle retribuzioni dal 2017. Pompignoli è anche il direttore finanze della Cairo Communication, ma dai bilanci non è dato sapere se per quella funzione viene pagato, o a remunerarlo provvede Rcs. Stesso discorso per l’ad della Cairo, Uberto Fornara, ugualmente a busta paga di Rcs, che gli ha versato l’anno scorso 437 mila euro per il ruolo di amministratore esecutivo.

emolumenti e benefici

Prima dell’arrivo di Cairo, il presidente e l’ad di Rcs -nelle persone di Angelo Provasoli e Pietro Scott Iovane- percepivano emolumenti rispettivamente di 350 mila e 700 mila euro.

Nei cinque anni di gestione Cairo ha fatto ricorso a tutti i possibili ammortizzatori sociali messi a disposizione dallo Stato e dagli istituti di previdenza -cassa integrazione, contratti di solidarietà, prepensionamenti e cassa Covid. Il gruppo ne ha tratto beneficio? Non è quello che pensa il mercato -dicono fonti sindacali- nonostante Rcs abbia macinato sempre utili: quando Cairo ha preso il controllo, un’azione in Borsa valeva 0,94 euro, oggi è 0,74 euro. I dipendenti ne hanno tratto benefici? 367 posti di lavoro sono stati tagliati, 128 dei quali di giornalisti.

Alla Periodici Rcs è ormai quasi un decennio che si ripetono stati di crisi: tutto è cominciato nel 2013 con la chiusura e vendita di venti testate, tra cui Il Mondo, L’Europeo, Ok Salute, Novella 2000, A. La nuova Cigs è motivata con la necessità di una riorganizzazione -la quarta dopo quelle del 2014-16, 2016-18, 2018-20- per aree tematiche di tutto il personale, anche non giornalistico: dalle segreterie ai grafici e giornalisti, alle redazioni moda, con il risultato che ciascuno lavorerebbe così a più testate del gruppo.

(nella foto, Urbano Cairo e Marco Pompignoli)

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