I giornalisti sportivi della Rai accusano l’azienda di scarso impegno. E, durante la giornata di domenica 20 dicembre hanno tolto la firma dai propri servizi, pur andando in onda regolarmente. Una forma di protesta più efficace, ovviamente, nella carta stampata. Se la prendono anche con le istituzioni, che mostrerebbero scarso interesse verso questo settore.

Il comunicato firmato dall’Usigrai e dal Cdr dei giornalisti dello sport, afferma che ormai molti telespettatori possono vedere partite di calcio e altre manifestazioni solo pagando le tv private. E’ questo il servizio pubblico che la Rai dovrebbe svolgere?

Questo il testo inviato nel pomeriggio del 20 dicembre alle agenzie e letto dai giornalisti durante le trasmissioni giornalistiche:

“Vedere il calcio in tv ormai è un privilegio per pochi. Per i pochi che possono pagare costosi abbonamenti. Come avete notato, sabato e domenica è cominciato il campionato di serie A, ma poco o nulla si è potuto vedere sulle tv non a pagamento. Ormai gli interessi dei signori dei diritti tv e quelli dei club di calcio stanno negando il calcio in tv al grande pubblico. I giornalisti della Rai chiedono alle istituzioni un intervento nell’interesse dei cittadini: gli affari non possono vincere sempre e su tutto. Noi lo denunciamo da tempo e continuiamo a batterci nel silenzio assordante della politica e di chi dovrebbe agire a tutela di tutti i telespettatori. Al nuovo vertice della Rai chiediamo di far sentire la propria voce e di tornare ad essere protagonista nel settore: siamo il Servizio Pubblico, lo sport deve essere di tutti, per tutti”.

(nella foto, Auro Bulbarelli, direttore di Rai Sport) 

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