Quest’anno il Festival di Dogliani non si svolge nel primo week end di maggio, ma nel primo di settembre, dal 4 al 6. A causa del Coronavirus. Quest’anno, in quel gioiellino delle Langhe sud occidentali, noto per il vino Dolcetto, si svolgono almeno tre eventi rilevanti. 

Il Festival di Dogliani si chiama “della tv e dei nuovi media”, è giunto alla nona edizione. Il suo deus ex machina è Carlo De Benedetti, che qui ha una casa in collina di 46 vani, Ca’ di Nostri, con vista su Monviso e Monte Rosa. Vagano per la tenuta  quattro cani, due griffoni di Bruxelles, Arturo e Ing. (come De Benedetti) e due jack russel, Tip e Tap. Al Festival, di solito, vengono invitati i più bei nomi del giornalismo del periodo.

Primo appuntamento chiave del Festival, venerdì 4 settembre, dalle 17,45 alle 18,45, in piazza Umberto I: parlano delle “Sfide nel panorama editoriale” il padrone di casa De Benedetti e Urbano Cairo. I due editori meglio collocati del momento. De Benedetti, perché sta per venire al mondo il suo nuovo giornale, “Domani”, nato a causa della svolta al centro di Repubblica. Cairo, perché il suo Corriere della Sera resiste al crollo generalizzato (o quasi) delle vendite dei quotidiani e perché ha bene avviato il risanamento dei conti, precipitati nel baratro ai tempi della gestione collettiva Agnelli più salotto buono milanese.

piccoli imperi

De Benedetti e Cairo sono imprenditori che non hanno una tradizione industriale di famiglia e hanno creato dei piccoli imperi. Possono quindi essere messi in contrapposizione a John Elkann, che con la sua Gedi e le nuove direzioni di Repubblica e Stampa sta segnando risultati di vendite negativi, a maggio e a giugno, rispetto agli stessi mesi del 2019

Il dibattito sarà coordinato da Aldo Cazzullo, piemontese di origine, come De Benedetti e  Cairo. Elkann è piemontese di famiglia (nipote di Gianni Agnelli), ma è nato a New York e ha studiato nel Regno Unito e a Parigi.

destra e sinistra

Il secondo appuntamento importante è fissato per sabato 5 settembre, dalle 16 alle 17,30, sempre a piazza Umberto I, titolo “Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…”. Partecipanti Giuseppe De Bellis (direttore Sky Tg 24), Stefano Feltri (direttore Domani), Luciano Fontana (Corriere della Sera), Mario Sechi (Agi), Andrea Vianello (Rai News 24) e poi Maurizio Molinari e Massimo Giannini, direttori di Repubblica e della Stampa, che porteranno sulle spalle i dati non incoraggianti registrati finora nei loro nuovi posti di comando. Coordina Alessandra Sardoni.

Un’ora e mezzo più tardi, fra le 19 e le 20, prima dunque delle cene esclusive che tradizionalmente si svolgono nelle serate del Festival, ci sarà l’ultimo (ma non per ultimo) dei tre eventi da scelti. La presentazione, in piazza Umberto I, di Domani, il nuovo quotidiano in edicola e on line dal 15 settembre. Daranno qualche anteprima promozionale l’editore Carlo De Benedetti, il direttore Stefano Feltri e il presidente dell’impresa editoriale Luigi Zanda. Domani rappresenta una minaccia soprattutto per Repubblica. Anzi, nasce proprio con questo spirito. Se, ridando voce alla sinistra radicale e azionista, sottrarrà al quotidiano fondato da Scalfari altre 10-15 mila copie (oltre a quelle già cedute al Fatto) costituirà un bel problema, ulteriore, per i progetti editoriali ambiziosi di John Elkann.

Professione Reporter

(nella foto Carlo De Benedetti a Dogliani con la moglie Silvia Cornacchia)

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