Di fronte all’ennesimo taglio dei compensi. Di fronte ai pezzi per l’edizione online pagati sette euro lordi: i collaboratori del Messaggero, con l’aiuto della Federazione della Stampa, si riuniscono in una Assemblea. Che cercherà il far valere i diritti collettivi. L’iniziativa suscita subito solidarietà dai freelance che lavorano per altri organi di stampa, Repubblica, la Rai. 

Erano in cinquanta circa su un totale di 80/100. Quaranta collegati via computer e una decina nella sede Fnsi di corso Vittorio Emanuele a Roma. L’Assemblea dei giornalisti non dipendenti del Messaggero, appena costituita, ha proclamato lo stato di agitazione. Per il tramite del Comitato di redazione del Messaggero cercherà di ridiscutere le nuove tariffe decise dalla proprietà Caltagirone e in particolare di evitare l’obbligo del consenso. Entro il 14 luglio, secondo la proprietà, i collaboratori debbono accettare con firma le tariffe, oppure interrompere la collaborazione. Da giorni, ogni volta che accendono il computer, ai collaboratori compare una schermata che ricorda che devono firmare. Il cdr del messaggero ha già chiesto all’editore la revoca dei tagli e la convocazione di un tavolo di confronto sulla vicenda “nell’interesse della qualità e della tenuta del giornale”. 

Dall’Umbria a Viterbo

La riunione per la costituzione dell’Assemblea è stata presieduta dal segretario generale aggiunto della Fnsi, Mattia Motta. Vi hanno partecipato giornalisti di tutte le edizioni del giornale (Roma, Viterbo, Latina, Frosinone, Rieti, Civitavecchia, Abruzzo e Umbria).

La costituzione dell’Assemblea, sotto l’egida del sindacato dei giornalisti, avviene dopo l’invio, da parte dell’editore, in data 15 giugno 2020, a tutti i collaboratori, di una proposta di riduzione unilaterale dei compensi, con la formula del “prendere o lasciare”. «Questa decurtazione – spiegano i giornalisti – è l’ultima di una serie iniziata più di dieci anni fa, che ora arriva in un contesto in cui i collaboratori sono pagati con importi sotto la soglia minima di dignità professionale, e soprattutto, al di fuori dei minimi tariffari previsti dall’Accordo tra Fieg e Fnsi sul Lavoro Autonomo sottoscritto nel 2014 ed allegato al Cnlg Fieg-Fnsi».

”irricevibile e discriminante”

L’azienda pone come termine ultimo per l’accettazione la data del 14 luglio 2020. «E’ inoltre irricevibile e discriminante la prassi aziendale di differenziare le tariffe a seconda che i giornalisti si occupino di cronaca nazionale o locale», si legge nel documento conclusivo della riunione.

L’Assemblea stigmatizza «il comportamento aziendale per aver inviato la suddetta modifica unilaterale all’indomani di una sottoscrizione di un accordo per l’accesso all’ammortizzatore sociale riguardante i giornalisti dipendenti che ha portato notevoli risparmi». L’ammortizzatore sociale si intende come prepensionamenti a spese dello Stato e dell’Inpgi.

L’Assemblea «chiede fin da ora all’editore di revocare la comunicazione con effetti immediati e ai colleghi del Cdr e delle Associazioni regionali di Stampa competenti per territorio di affiancare i colleghi, insieme con la Fnsi, nel confronto aziendale. Il giornalismo di qualità – concludono i collaboratori – è un contributo fondamentale per arricchire il dibattito del Paese. Il lavoro di giornalisti senza diritti, senza tutele e senza garanzie non può che riflettersi sull’intera società».

La costituzione dell’Assemblea ha suscitato l’interesse dei collaboratori di altre redazioni. Il Coordinamento dei precari di Repubblica “sostiene lo stato di agitazione e la mobilitazione dell’Assemblea dei collaboratori del Messaggero”. In un comunicato afferma che sarà al loro fianco nella richiesta del ritiro dei tagli unilaterali ai compensi e dell’apertura di un tavolo con l’azienda insieme al cdr: “In un contesto di crisi come quello attuale non ci si può dimenticare di chi da anni contribuisce all’uscita quotidiana dei giornali”.
Il Coordinamento dei precari di Repubblica è nato a febbraio, nella sede Fnsi a Roma e ha avviato un dialogo con il cdr di Repubblica per portare le richieste dei precari davanti all’azienda.

Solidarietà e pieno sostegno anche dal coordinamento dei giornalisti non contrattualizzati della Rai.

Inviato da iP

Professione Reporter

(nella foto, Francesco Gaetano Caltagirone, editore del Messaggero)

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